venerdì 19 novembre 2010

Bouquet di foglie d'autunno

Non vestirò mai i panni della protagonista, dunque. A varcare la soglia belle e regali in abiti sfarzosi, porpora, avorio o panna, sono le eroine delle storie, che entrano al ballo con le scarpette di cristallo e fanno restare tutti a bocca aperta.

Io ci sarò, però.
Sarò quella dietro Cenerentola, a incedere timidamente e varcare la soglia semicelata dalle fronde di un arbusto enorme, elevato ai livelli della festa grazie a elaborati intarsi di cristallo e stelle filanti. Farò il mio ingresso dunque, quando gli occhi saranno puntati tutti su Cinderella o sulle altre principesse che hanno disertato le loro storie per non perdersi il Gran Ballo al palazzo reale. Chi se lo perderebbe? Io…cioè ne ho persi molti, ma voglio credere di avere il coraggio e la sfrontatezza giusti per parteciparvi. Anche solo per fare avidamente incetta di dettagli scabrosi e patetici da deridere cinicamente, sia chiaro.

Non avrò un vestito di diamanti cesellati e taffetà distinto, di rubini incastonati in panni traslucidi di  colori rari, in sete leggiadre e opali cangianti. Come dicevo in altre sedi, a ognuno il suo stile e questo è appannaggio esclusivo delle bellezze regali e protagoniste.
Sarò come l’autunno silenzioso e malinconico al cospetto del trionfo luccicante dell’estate, immacolato dell’inverno, sfavillante della primavera. I miei saranno accostamenti più gothic, stracciati di bianco candido e pizzo nero, tartan e borchie, ali di farfalla e luminosità di fuoco fatuo.
E avrò il mio bouquet, non dubitate. Non di fiori anomali e dozzinali, pomposi e lussureggianti, carnosi ed eccessivi, non adatti a me: anche i fiori hanno il personaggio giusto a cui accostarsi. Rose per regine, rosse per quelle passionali, gialle per le birichine, gigli per le pure, gladioli per le belle….
Il mio sarà un bouquet di foglie, foglie d’autunno, raccolte ai piedi degli alberi stanchi, per un’ultima avventura, un’ultima missione prima di seccare e sbriciolarsi, silenziosamente nel balcone di casa mia, affidandosi al vento e lasciando solo il nastro ocra che le componeva. Indaco che cede al borgogna in un tuffo di carminio, vermiglio, castagna, bordeaux, laddove non domina il mogano, il rame, il giallo senape, l’oro antico e il cadmio.
Sono più ampie della mia mano, dalle dita estese in macchie d’inchiostro metalliche e opache, ghirigoreggianti e ondulate o lineari e cuoriformi.

Le ho già raccolte, le foglie per il mio bouquet. Scegliendole minuziosamente in accostamenti digradanti e morbidi, caldi. I prati sono uno scrigno infinito e duole pensare di non potersi sdoppiare e andare a godere di tutti i campi d’autunno del mondo, con le loro sfumature e la loro maestosità peculiari. Di non poter gioire degli enormi aceri sanguigni o di quegli alberi le cui chiome assumono colorazioni che paiono, ai profani, non appartenenti alla flora di questo mondo: viola, rosa, blu, giallo toscano, marrone ecc… Quanti i recessi boschivi che occhio umano non godrà mai? Quanti paradisi silenti a sola discrezione di esseri del bosco, animali e fatati? Non conosco tutti i nomi degli alberi d’autunno ahimè, dovrei cercarli…e magari beneficiarne per foto, stampare sulla mia retina impressioni che non posso raggiungere altrimenti.

Per ora mi accontento di avere il mio bouquet bell’e pronto e furoreggiante in tutta la sua anomalia, eccitato quanto me di fare il suo esordio in sala, sperando che arrivi da qualche sconosciuto, l’invito al Grande Ballo, prima che le mie foglie d’autunno tornino a essere solo foglie secche, a rivendicare il loro status e prendano tutte il volo verso la loro fine o verso la loro vita altrove, non ci è dato saperlo.
Sperando di potermene fregiare o, o…oh… magari… di vedere il mio bouquet di foglie, sbocciare in zuccherose nuvole rosa, in Peonie soffici e vergini. Un dono di un principe punk celato anch’esso dagli arbusti di cristallo? Non oso neanche immaginarlo. Non è la mia storia. Ma, d’altronde, le Peonie sembrano fatte della stessa sostanza dei sogni, non sembrano fiori reali, così timide, così tenere e delicate, soffuse. Quindi, forse, aspirare a un mazzolino di Peonie, sperare di accostare la mia figura di non-protagonista, per una volta sola, a fiori tanti vivi e belli, non è del tutto stridente e sbagliato. Giusto?
Penie rosa

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