domenica 31 luglio 2011

Attenti alle idi di luglio

Sabato 30 luglio, potete anche non credermi, ma è da sempre un giorno infausto. Invece di arricciare il naso, o impegnarvi a essere incorporei e inesistenti,  si' voi che leggete, dovreste listare a nero questo giorno sul vostro calendario, o selezionare una suoneria-allarme sul vostro cell che si attivi tra un anno e vi ricordi di andarci piano, perchè è il 30 luglio.
La ragione astrale di cotanta sfiga concentrata in queste 24 ore mi sfugge, ma si sa, io di astralismo non me ne occupo.
Posso però concedere la mia esperienza alle masse affinchè ne traggano il maggior beneficio possibile. Un po' come la fedeltà di quei martiri le cui storie riverberano nelle novene cattoliche, complete delle atroci torture da essi tenacemente subite e narrate fin nei dettagli più torbidi, quanto più sadicamente possibile. Si trastullano i cattolici nel leggere di gente sgozzata. Più atrocemente sono crepati questi poveracci, più loro si sentono spinti a pregarli e a cantarne la gloria sempiterna. E' una cosa che dà da pensare...
Ecco io sono un martire della sfiga del 30 luglio e mi sacrifico affinchè i fedeli possano godere dei benefici che codesta conoscenza conferisce loro e onorarmi baciando le mie reliquie. E non preciso quale recisa parte del mio corpo e fluido corporale annesso rappresenterebbero le mie reliqie, che è meglio.

Per farla breve, perchè ho sonno, ieri sono stata costretta a salire in quel di Arcavacata per restituire in biblioteca un cavolo di libro che non sono riuscita a rinnovare via internet perchè un minchione non meglio precisato, lo ha prenotato. Ora, chi diavolo prenota un libro di poesie per l'estate? Nessuno solitamente tant'è vero che questa beneamata silloge era intonsa da chissà quanti secoli, a dormire industurbata in biblioteca, prima che me ne appropriassi. Ma a chi non poteva fare altro che andare storto? A me!!!! Che domande!
Perchè mister "ehi-guarda-che-non-leggi-solo-tu-in-tutta-l'-unical" ha deciso di materializzarsi proprio adesso e richiedere la copia in prestito. Se scopro chi è lo ammazzo. O la ammazzo, ma il mio intuito femminile-influenzato abbondantemente dalla mia latente libido insoddisfatta, credo- tende a visualizzarlo più come un lui che non come una lei. Un lui che legge poesie di poeti ribelli spagnoli? Chi è? Un dio? Conoscendo la media del MaschioUnical, è più probabile che sia Hulk che cerca di attirare una qualche falena in gabbia. Magari sono io la falena chissà... La mia vita riverberrebbe di interesse non indifferente in questo caso, ma sarei costretta a non ucciderlo. E visto che mi ha creato un bel po' di problemi non so proprio se mi va. Rinuncio quindi volentieri alla prospettiva di un'intrigante caccia alla femmina (IO) tramite libro di poesie spagnole da parte di un atipico MaschioUnical altrimenti detto "Hulk", che vuol stritolarmi come una falena dopo avermi ingabbiata, e lo ammazzo. E non ne parliamo più.

Dunque mi armo di pazienza e spreco la mia mattinata libera per salire all'Università col caldo asfissiante, l'autobus semivuoto e la prospettiva quantomai certa di un ingorgo stradale da ultimo week end di luglio sulla Salerno- Reggio Calabria.
Università vuota. Non pressochè vuota o circa-perlomeno-quasi vuota. Vuota vuota. Silenzio d'ovatta, vento che fischia attraverso gli intersizi delle ringhere. C'ero stata altri sabati, con poca gente a godermi l'università tutta per me, ma mai l'ultimo sabato di luglio. "Tutta per me" è diventata un'espressione talmente letterale da farmi paura. Potevo vedere tutta la lunghezza del ponte davanti e dietro di me. Non c'era nessuno! Nè nei cubi nè altrove. E ho avuto paura perchè quando non ci sono studenti e insegnanti e gente con fiori in mano come andassero in un cimitero, l'università diventa dimora di branchi di cani selvaggi, corvi graccianti e altri imprecisati uccelli che si alzano in stormo non appena sentono un rumore, topi con pifferai e quant'altro. Mi sono dunque fiondata verso la biblioteca tra il terrore di essere violentata o sbranata da una muta di cani rabbiosi o uccisa da Il Corvo redivivo, e l'atroce dubbio che, visto che di anima umana non vi era ombra, magari anche la biblioteca era stata invasa da fauna suburbana o peggio. E il peggio sarebbe se fosse stata "chiusa". Perchè qualora fosse stata chiusa sarei dovuta risalire a Cosenza e non ho tempo e in più la mora sarebbe incrementata.
E siccome è il 30 luglio sbataboom: bibioteca chiusa e un misero annuncio ad avvertire i fantasmi che sarebbe stata aperta fino a fine luglio tutto il giorno tranne il sabato solo mezza giornta. Una speranza ha brillato fievolissima, finchè non noto una postilla minuscola che avverte: "tutti i sabati di luglio mezza giornta TRANNE sabato 30 luglio". Ecc'appunto.

Mattinata sprecata, biglietto sprecato e in più non ho neanche potuto soddisfare le mie rinate necessità letterarie e prendere nuovi libri dalla biblio come pregustavo.
Ho gironzolato per negozi aspettando mezzogiorno, mi sono sparata un bignè alla crema e lampne, ho comprato un regalo e mi sono imbarcata rischiando di arrivare tardi a lavoro perchè ovviamete l'autostrada era intasata da turisti nordici che riscoprono l'amore per il sud solo in agosto. Filistei.

Ero meglio se non ci andavo a lavoro vista la catastrofe che sarebbe seguita da lì a tre ore. Ma ci sono andata e la catastrofe ha avuto agio di realizzarsi bella bella. Ma non ne parlerò perchè me ne vado a leggere un po' cercando nella mia libreria qualche volume dimenticato.

Solo vi avviso: "Attenti alle idi di luglio".

P.S.: Sì grazie al ciuco, so benissimo da me che il 30 luglio c'entra con le idi come i cavoli a colazione, ma dire "Attenti alla fine di luglio" non trasmette la stessa mastodontica impressione di tragico storico.

venerdì 29 luglio 2011

Ho toccato un puntino debole?

Non potrebbe toccare i miei puntini neanche se volesse. Anzi neanche ne ho di puntini.
La prego di considerarmi come privo di puntini, liscio, come le parti intime di Big Jim. E a proposito, per questo paragone deve ringraziare mio figio Jack che toglie i pantaloni ai suoi bambolotti lasciandoli in pose provocanti sul mio appendiabiti, cosa ...che mi disturba alquanto e che mi fa uscire di casa nervoso e meno disposto a sopportare i buffoni, il che mi riporta direttamente a lei, il buffone. Ho finito di sopportarla quindi vada via. Se ne vada, prima di cominciare a scrivere un libro dal titolo: "Aiuto, un grosso dottore mi sta malmenando", la vera storia di Lester Edrick.

By COXXXXXXXXXXXXXY

Neanche un ricordo

E con oggi credo sia più di un mese che non mi sorge un solo misero pensiero su "Colui il quale non esiste se non nel regno del male". Non sono più neanche andata a leggere il suo blog.
Non me ne frega davvero più niente.
Ed è tutto suo il merito. Sarà felice per questo. Anzi no, sarà completamente indifferente. E il bello è che davvero ma davvero, non per dire, non me ne frega un cazzo.
Si fotta.

Sono guarita.

Questo libro varrà mai i 18 euro che costa? O è solo fuffa ben orchestrata?

"Come gli occhi della civetta, ci sono pensieri che non sopportano la luce piena. Non possono nascere che di notte, dove la loro funzione è la stessa della luna, necessaria a smuovere maree di senso in qualche invisibile altrove dell’anima"

Accabadora - Michela Murgia

Mai più "sbookkata"

Giornata di riposo trascorsa a fare assolutamente un cavolo di niente. Il che era esattametne quello che volevo. Svuotare la testa e coccolarmi.

Non parteciperò neanche al concorso di critica cinematografica perchè il termine è il 31 luglio e non c'ho una cazzo di voglia di scrivere di film.Il che mi spiace un po' ma non mi costringerò a scrivere, non in questo periodo.

Ciò che invece voglio voglio voglio spasmodicamente voglio, oltre a pomiciare rotto fronde d'autunno in estate con l'ormai famigerato marinaio in licenza, è riprendere la (in)sana abitudinre di leggere per ore, ignorande lo scorrere del tempo reale, ignorandoi le persone che mi scassano i cosiddetti nel tempo reale, ignorando la mia insulsa esistenza nel tempo reale, finchè i bulbi oculari noin si sciolgano invocanto pietà.

E solo allora chiudere il libro e andare a lavorare.

Perciò domani investirò la mia mattinata libera per andare in biblkioteca e fare incetta di classici da leggere e rileggere, riscuoterò entro la prossima settimana la mia carta prepagata per la biblioteca scegliendo oculatamente due libri da acuistare e attenderò la mia prima paga per comperare un lettore e-book e rifarmi di tutti il fantasy non letto negli ultimi anni.

Il restoè noia.

Ci sono solo quattro note tristi e due parole in croce

I Cure lo dicono meglio

Song for tonight

sabato 23 luglio 2011

E mi pagavano per piangere ridere e cadere

Avevo fatto strada lavorando per il circo e quando dico strada non
intendo la carriera ma intendo strada vera, solo strada vera. Ho visto
tutto il mondo girando in carovane, era come una famiglia, ci
chiamavano i gitani, ho visto l’equatore poi case fatte in ghiaccio, io
non ero l’acrobata, io ero il pagliaccio e mi pagavano per piangere
ridere e cadere, schiaffi, schiaffi e calci nel sedere ma il destino
non deraglia per venirti a cercare "trovare i binari per farsi
investire!"
diceva mio nonno capostazione che vide da vicino le ruote
di un vagone nell’ultimo istante prima di morire ed io che pensavo
continuasse a scherzare ma l’unico modo per fare è fare sul serio ed
ora ricordo che piansi, per lui piansi sul serio.

Sorvolando

Diciamo che sto cercando in tutti i modi di non pensare che comunque ieri,l'esame di Filosofia della mente è saltato.
Certo la scusa del lavoro è ora belle bella a portata di mano ed è senza dubbio più sostaziale rispetto a quelle che mi sono comporta precedentemente per evitare di affrontare le mie titubo-paure e dare gli esami all'università.

Ma è solo una scusa perchè con uno sforzo avrei potuto darlo.

La prospettiva della laurea si allontana ulteriormente ordunque e con essa anche la mia libertà. E tutti gli dei del mondo sanno quanto mi serva...

Quindi? Quindi settembre e devo darli entrambi i moduli a settembre. E non so come farò a studiare collavoro e i parenti che arriveranno come le orde barbariche e mi massacreranno.
Come le orde barbariche...

Prospettiva e-book

Per colpa di questo informe individuo---> Zeruhur , nella mia testa, galleggia fissa e ossessiva, l'idea che possedere un lettore e-book non sia poi così inarrivabile per me e le mie al momento limitate finanze.
Considerato che l'Informe di cui prima ha trovato un lettore caruccetto a prezzo stra-stracciato, aspetterò la prima paga per acquistarlo.
Nel frattempo la valanga di autori e titoli che sono in stand by da millenni per ragioni economiche o di irreperibilità edito-locale, stanno rigermogliando con la stessa rapidità colorita e pollinosa, di fiori in un prato a primavera.

Onde dunque evitare che me ne scordi qualcuno per strada quando il fatidico giorno in cui stringerò il prezioso oggetto tra le mani arriverà (e chi vuole leggerci un'allusione sessuale si senta libero di farlo), li scriverò qui ogniqualvolta che un libro o un autore "sbocci" nella mia memoria.

  1. China Mieville
  2. Clarice Lispector
  3. La saga dell'assassino
  4. Dostoevskij
  5. Lovecraft
  6. Michela Murgia
  7. Mariolina Venezia
  8. Cronache di Ghiaccio e Fuoco
  9. Murakami
  10. Howard
  11. Marion Zimmer Bradley
  12.  Marguerite Duras
  13. Anne McCaffrey

Sangue&Rubini

Io ho un rossetto rosso,
e non ho paura di usarlo.

Io ho delle scarpe rosse,
e non ho paura di metterle.

Io ho un vestito rosso rosso,
e non paura di indossarlo.

E poi?
E poi ballerò il tango col vento, su una nuvola che è zucchero filato.
Che sa di caramello, che sa di miele, che sa di cannella....

Caro individuo che stai googlando i miei dati su internet

Caro individuo che stai googlando i miei dati su internet,
avevo seriamente pensato di chiudere questo blog quando ho scoperto che TU sta ricercando le mie tracce su internet. Tramite google e mio indirizzo e-mail.

Poi ho cambiato idea, prima di tutto perchè sono riuscita a risalire a chi lo ha fatto, e ooi perchè mi sono resa conto che non me ne frega un cazzo. Se TU mi leggi o non mi leggi, non mi cambia un'acca sputata.
Quindi scrivo questo post, affinchè tu sappia, sì..... tu, la persona che mi cerca su internet, che qualora dovessi sentirti furba e tutta ringalluzzita per essere riuscita a rintracciarmi con tale mezzucci da adolescente stalker bipolare, be' sappi che non solo non sei furba, ma che sei anche moooolto ignorante perchè non sei riuscita a prevedere che io potessi accorgermene. Oltre che drammaticamente patetica, ma vabbè. Questo credo che sotto sotto lo sappia anche TU. E sappi anche, e soprattutto, che non mi hai recato danno o offesa alcuni nel farlo e che anzi mi sento lusingata e ben ben felice nel sapere che sono degna di ricerche. E se scriverò-ho scritto-sto scrivendo mai, per divertimento e per scempio qualcosa su di TE e TU te ne dovessi accorgere, sarà molto, ma mooooolto meglio! Così puoi leggere un sincero, gratuito e incensurato parere sulla tua persona. E scoprire che non sei una bella persona. E forse, magari...magari, riuscire anche a trarne vantaggio e a migliorarti. Magari.

Sinceramente
Dafne

Sottofondo del mio sabato 23/07

E' sempre Lou Reed. Oggi è un giorno da Lou Reed.



Think things

Visto che sto rispolverando vecchie abitudini da casaliera solitaria
e che il caffè americano centellina il suo afrore piano piano piano...
come lo scorrere ovattato di questi minuti,
mi consento il lusso di formulare pensieri senza ragione,
senza senso,
senza fine alcuno,
di pensare solo per il gusto dipensare,
di girovagare e raggiungere luoghi che nessuno mai raggiunse....

Per chi sa riprenderselo, il cuore

.... e ripartire. Sempre.

Magari per i Caraibi--->Musa82

Scrivere è una maledizione.... che salva

CLARICE LISPECTOR:
SCRIVERE

Una volta ho detto che scrivere è una maledizione.Non ricordo di preciso perché l'ho detto, e sinceramente. Oggi lo ripeto: è una maledizione, ma una maledizione che salva.
Non mi riferisco tanto allo scrivere su un giornale. Ma allo scrivere quello che eventualmente può trasformarsi in un racconto o in un romanzo. E' una maledizione perché si impone e trascina con forza come un vizio penoso da cui è quasi impossibile liberarsi, poiché niente lo sostituisce. Ed è una salvezza.
Salva l'anima prigioniera, salva la persona che si sente inutile, salva il girono che si vive e che mai si capisce a meno che non si scriva. Scrivere è cercare di capire, è cercare di riprodurre l'irriproducibile, è sentire fino in fondo il sentimento che altrimenti rimarrebbe solo vago e soffocante. Scrivere è anche benedire una vita che non è stata benedetta.
Che peccato che io sappia scrivere solo quando la "cosa" arriva spontaneamente. In questo modo mi trovo in balia del tempo. E, fra uno scrivere sincero e l'altro, possono passare anni.
Sto ripensando con nostalgia al dolore di scrivere libri.
14 settembre 1968

(Cristina) Mi ha chiesto se mi considero una scrittrice brasiliana o semplicemente una scrittrice. Ho risposto che, prima di tutto, per quanto femminile sia una donna, non è una scrittrice, ma uno scrittore. Lo scrittore non ha sesso, o meglio, li ha tutti e due, in dosi ben diverse, questo è ovvio. Io mi considero semplicemente uno scrittore, e non uno scrittore tipicamente brasiliano.
30 dicembre 1967

….E sono nata per scrivere. La parola è il mio dominio sul mondo. Ho avuto fin da bambina diverse vocazioni che mi chiamavano ardentemente. Una era scrivere.E non so perché, è stata questa quella che ho seguito. Forse perché per le altre vocazioni avrei avuto bisogno di un lungo apprendistato, mentre per scrivere l'apprendistato è la vita stessa, che vive in noi e attorno a noi. E' che non so studiare. E, per scrivere, l'unico studio è semplicemente scrivere. Ho cominciato ad addestrarmi a sette anni per avere un giorno la piena padronanza della lingua. Tuttavia, ogni volta che mi accingo a scrivere, è come se fosse la prima volta. Ogni mio libro è un debutto penoso e felice. Questa capacità di rinnovarmi completamente man mano che il tempo passa è ciò che io definisco vivere e scrivere.
11 maggio 1968
Romanzo. Sarebbe più attraente se lo rendessi più attraente. Usando, per esempio, alcune delle cose che incorniciano una vita o una cosa o un romanzo o un personaggio. E' del tutto lecito rendere attraente, solo che si corre il rischio che un quadro diventi un quadro perché è la cornice che l'ha reso tale. Se si tratta di leggere, è ovvio, preferisco ciò che è attraente,mi affatica di meno, mi coinvolge di più, mi delimita e mi avvolge. Se si tratta di scrivere, però, devo prescindere. E' un'esperienza che vale la pena di fare - anche se è un'esperienza solo per chi scrive.
11 novembre 1972
Una frase non si fa. La frase nasce.
18 novembre 1972
Non mi piace la gente che si vanta perché lavora con fatica. Se il loro lavoro fosse davvero così faticoso tanto valeva che se ne trovassero un altro. La soddisfazione che il nostro lavoro ci dà è il segno che abbiamo saputo sceglierlo.
18 novembre 1972
Quando fui invitata, con altri sudamericani, a tenere una conferenza all'Università del Texas, la scrissi come meglio potei, spiegando anticipatamente che non avevano scelto la persona più indicata per parlare di letteratura: "…oltre al fatto di non sentirmi portata per l'erudizione e per il paziente lavoro dell'analisi letteraria e dell'osservazione specifica, bisogna aggiungere che, per circostanze soprattutto personali, non posso dire di aver seguito da vicino l'effervescenza di tutti i movimenti che sono sorti e delle sperimentazioni intraprese, in Brasile come fuori dal Brasile; non ho mai partecipato, per farla breve, a ciò che si chiama una vera vita intellettuale. Peggio ancora: pur non partecipando alla vita intellettuale, avrei sempre potuto coltivare l'abitudine o il piacere di riflettere sula letteratura, ma anche questa cosa non mi è mai appartenuta. Nonostante abbia avuto a che fare con lo scrivere fin da quando mi conosco, sfortunatamente mi è mancata la riflessione sulla letteratura, ovvero il considerarla dal di fuori, come se fosse un'astrazione. La letteratura per me è il modo con cui gli altri definiscono quello che io faccio…
20 luglio 1968

Mi hanno telefonato chiedendomi praticamente di annunciare, dalla mia rubrica al mondo, vasto mondo, io che non mi chiamo Raimondo, di annunciare la nascita di una nuova istituzione: Il Club Nazionale della Poesia. Io non credo nella poesia "clubificata", penso che la poesia sia, come ogni lavoro creativo, "inclubificabile". E' semplicemente una comunione solitaria con un lettore sconosciuto, che a volte si manifesta e per un istante scalda nostro cuore stanco per la fatica di vivere.
30 settembre 1972
Ho vinto il premio per la letteratura infantile 1967 con il mio libro per bambini " Il mistero del coniglio che sapeva pensare". Mi ha fatto molto piacere, è chiaro. Però mi fa più piacere ancora quando mi definiscono una scrittrice ermetica. Come è possibile che se scrivo per i bambini sono compresa, ma se scrivo per gli adulti divento difficile? Dovrei forse scrivere per gli adulti con le parole e i sentimenti adeguati a un bambino? Non posso parlare da pari a pari? Ma, oh Dio, come tutto ciò ha così poca importanza.
24 febbraio 1968
Al linotipista. Mi scusi se sto sbagliando così tanto a battere a macchina. Primo è perché la mia mano destra è ustionata. Secondo, non so perché. Adesso una richiesta: non mi corregga. La punteggiatura è il respiro della frase, e la mia frase respira così. E se lei mi trova stravagante, mi rispetti lo stesso. Persino io sono stata obbligata a rispettarmi.
Scrivere è una maledizione.
4 febbraio 1968
Molti desiderano mettersi in mostra. Senza sapere come ciò limiti la vita. Il mio modesto essere in mostra ferisce il mio pudore. Oltre a far sì che ciò che vorrei dire già non posso più dirlo. L'anonimato è soave come un sogno. Ho bisogno di questo sogno. Inoltre non vorrei più scrivere. Sto scrivendo ora perché ho bisogno di denaro. Vorrei stare zitta. Ci sono cose che non ho mai scritto, e morirò senza scriverle. Queste per nessun prezzo. C'è un grande silenzio dentro di me. E questo silenzio è stata la fonte delle mie parole. E dal silenzio è arrivato ciò che più di ogni altra cosa è prezioso: il proprio silenzio.
10 febbraio 1968
Il contatto con gli altri individui attraverso la parola scritta è qualcosa di glorioso. Se mi fosse tolta la parola, per la quale tanto mi batto, dovrei danzare o dipingere. Una qualche forma di comunicazione con il mondo dovrei sempre averla. E scrivere è un mezzo per divinizzare l'essere umano. Com'è possibile? Com'è possibile che abbia scritto nove libri e in nessuno di essi vi abbia detto: io vi amo?
20 aprile 1968
Testi tratti dal volume "LA SCOPERTA DEL MONDO. 1967-1973" di Clarice Lispector.
(La Tartaruga edizioni, 2001)

Ripartire

Svegliarsi un sabato mattina e non dover andare a lavorare dopo due, dico due, settimane di giornate intere a fracassarsi qualsiasi parte della propria anima là dentro. Avere una giornata tutta per se stessi e godersene ogni attimo come fosse un bene prezioso e insostituibile, dà ai piccoli momenti della mia quotidianeità, una magia che era andata persa, da troppo troppo troppo...

Eh sì...perchè ora lavoro. Non il lavoro che volevo, ma pur sempre lavoro. Mi ammazzo, ma pur sempre lavoro. E mi sento viva e con le spalle coperte, perchè ora che lavoro, i malvagetti non possono toccarmi, le loro pungolate di malignità e invidia repressa, non mi sfiorano nemmeno.

I lati negativi sono che studio e altro ne risentono. Ma non importa, cercherò di trovare il tempo per tutto. Soprattutto per quei libri che ho troppo abbandonato e che ora mi chiamano urlanti, come le anime morte di Gogol.

Se riuscirò a scrivere su questoblog sarà solo qualche riga, qualche spezzone. Il tempo libero che riuscirò a racimulare sarà prezioso e lo dedicherò a quelle poche persone che amo e con cui parlare non mi dà l'impressione sgradevole di buttare tempo nel vuoto, a progetti che mi frullano in testa. E a me. A me e me e me e me. Ma cercherò di mantenere vivo questo blog, per quanto potrò.

E riparto. Da qui. Da oggi. Dal mio primo e forse unico giorno da qui ai prossimi due mesi.

Lou Reed che canta di me

Un Gitano mi disse:
"Dimmi se il testo non è perfetto per te!".
E poi citò:
"...there is only one good thing in a small town: YOU HATE IT...and you know you want to leave".
E poi suonò:

domenica 10 luglio 2011

Viola e Rosa

Viola non ha niente di speciale in mano, nessun artefatto o idea o propaggine del proprio corpo o di un corpo altrui che possa consentirle di rendere importante questo momento.
Viola accuccia il volto tra le dita. Riempie lacune. Lacune di libertà, che scorge tra le sbarre delle mani. Di nostalgia di baci piccanti. L'odore del sangue non lo sente. Neanche se schiaccia il naso contro i polsi stretti. Neanche se respira forte. Solo un residuo dolce e vellutato di Pink Sugar, rialchemizzato dalle fragranze della sua pelle.

Viola ammira l'incrocio di vene coperto dalla sottile pelle dei polsi. Percorre il loro cammino con un dito, stuzzicando tremori d'altre vite. Grossi letti di fiumi ramificano i suoi polsi. Pulsano. Sono come enormi animali lineiformi nati solo per custodire ciò che hanno all'interno.

Viola si chiede di che colore tingerebbe la sua pelle bianca il suo sangue. Se rompesse gli argini di un fiume, se tagliasse in due quell'essere custode, cosa si riverserebbe fuori? La renderebbe più bella?

Viola ha sempre desiderato essere Rosa. Ma lei non è Rosa. E' viola. Può mascherarsi da rosa, ma resta viola. Può far finta di essere rosa, ma continuando a sapere che è viola. Può essere Rosa solo se smette di essere Viola.

Viola ha indossato un abito rosa, poche ore fa. Bianco, di velo, tulle e merletti, con fiori digradanti in tutte le tonalità di rosa. Ha indossato poi, il bracciale dello stesso colore e quello con fiori di velo bianchi. E le sabot confetto. Ha lasciato che i capelli di cioccolato cadessero ribelli, in onde, boccoli e spuma. Ha ridisegnato il contorno degli occhi. Ha inumidito le labbra. Ha impreziosito il petto.

Viola ammira il rifelsso di viola. Il riflesso di viola è rosa. A viola piace quel riflesso. Perchè non è viola. Solo nello specchio, il viola può essere davvero rosa, con tutto ciò che questo comporta, ed esserne fiero.

Rosa guarda leziosa Viola dal suo lato dello specchio. Non capisce neanche lei perchè Viola sia così viola. Rosa è rosa come può capirlo? Rosa è la più bella del suo giardino. E' perfetta. Non sbava, Rosa. E se sbava, va bene così. Tornerà più rosa di prima. Non più viola. Rosa deve affrattersi ora. Non può perdere tempo a pensare a Viola. E' sabato sera, Rosa deve uscire con amici. E torna nelle profondità del suo specchio, a vivere da Rosa, lasciando immobile il suo riflesso, che un po' sbeccatamente, prova a imitarla. A essere un po' rosa.

Viola è ancora innuvolata nel suo abito di tulle quando trilla il telefono. Risponde come Rosa a una telefonata attesa, perchè nella vita di una Rosa, il sabato sera la chiamata è scontata. "Rosa siamo noi stiamo per partire, ma siamo pieni in auto, c'è qualcuno che può accompagnarti a S.". Ros...ola cerca un senso: "Ma avevate detto che passavate a prendermi...Possono accompagnarmi ma poi al ritorno nessuno può venire a prendermi visto che faremo tardi. Posso tornare con voi?". "E...no non c'è posto". R...iola: "Non importa allora, non posso venire. Sarà per un'altra volta. Buona serata". "Oh. Ok".

Viola è seduta sul letto. Toglie i bracciali collane e orecchini. Affoga le sabot confetto tra le nuvole di tulle. Tutto quel rosa.... Ma una rosa non può morire così. Vio...sa afferra il telefonino. Ancora scotta. Le ustiona la guancia mentre parte il segnale di chiamata inoltrata. "Pronto, ehi ciao". Vi...osa: "Ciao ma quando arrivi, ti sto aspettando da un'ora su msn". "Oh mio dio, sono un'idiota!". Viol...sa: "Ti sei scordato. Sei fuori?". "Sì". Viola: "Sì, sei un'idiota".

Viola ha graffiato via la matita dagli occhi. Ha lasciato che il vestito rosa le scivolasse addosso e cadesse scomposto sul pavimento. Ora è una nuvola sgonfia, accortocciata sotto ai suoi piedi.

Viola guarda lo specchio. Rosa è sparita con passi di danza. C'è solo Viola senza più rosa.

Viola ha ingabbiato il volto tra le mani. Ha odorato i suoi polsi. Ha segnato col dito i rami dei fiumi. Pulsano azzurri di rosso sangue.

Viola abbassa le mani. I polpastrelli accarezzano i tasti. Detta il tempo con gli occhi di fuoco e ballano le dita la sola danza che conoscono, di lettere e punti.

Viola è viola. E fa la sola cosa che una viola può fare in un giardino di rose. Scrive: "...Può essere Rosa solo se smette di essere Viola. E c'è un solo modo per non essere davvero, mai più Viola. Troncare i fiumi.".

StolTezzE

Una spugna per cancellare le ultime stupide, illusorie ore.
Una penna che profuma di fragole.

Un moleskine.
La voce rauca e potente di Janis Joplin.

Note affilate.
Blues urticante.

E tutto si scioglie in un pastello di cera che è mio, solo mio.
Posso dipingere il mio paradiso solo con questo?

venerdì 8 luglio 2011

Espletamenti facebookiani

Espletamento affettivo del rapporto tra sorelle lontane su facebook:

M.L.: "♥ Cincypincy, quando ti vedrò ti morderò tutte quelle gambette cicciottose. Non vedo l'oraaaaaaaaaaaaaaa"
S.L.: " Devi vedere quanto manchi tu a meeeeeee. La mia gioia sei!"
M.L: "Ti prego però fa attenzione a quello che dici con gli zii...evitiamo i casini dell'altr'anno"
S.L: "Sìsìsìsìsì solo te e me dancing under the star's sky come quando eravami bimbe...."
A.L. :" E a me ignoratemi sempre eh! Cmq "Dancing under the stars's sky" puoi usarlo come tema per il tuo compleanno S. Ve la ricordate la festa per il 19nnovesimo compleannoi di M.?! C'ho messo un mese a organizzarla!! E lei? Lei come sempre "a nuotare in mari di perle per raggiungere quell'orizzonte che tracciai in un sogno"
M.L.: " :,))))) Ma io ti amooooooooooo sei la persona più incredibile dell'universo....che ancora dopo anni cita frasi scritte da me su diari scolastici......il mio unico e soloamore siete voi!"
S.L.: "Io la festa la voglio a tema Hello Kitty non cazzeggiamo... non vedo l'ora che arriviate vite mie!"
A.L: "Che schifo Hello Kitty è una caduta di stile per noi. Ci penso io alla tua festa"
M.L.: "Ehhh allur ahahahah♥♥♥"

Ovviamente la conversazione è sapientemente rimescolata, ma abbastanza fedele. Diciamo che ho lavorato sull'originale, ecco. Il senso traspare.
Un tantino di pateticume di troppo, ma invidio la serenità che gli hanno costruito i genitori. Sì le invidio. Io le invidio un sacco. E non mi vergogno ad ammetterlo. Soprattutto una delle tre. Perchè non è stupida ed è raro nel suo paese trovarne una non stupida. Ha le mie passioni, ma le sfrutta, senza perdersi per strada a lottare con insicurezze e demoni come me, convinta di saperci fare, convinta di essere brava perchè tutti glielo ripetono fin da quando è nata. Quindi lei non è sbagliata. Lei è giusta e bella e il mondo è tutto suo. E lei lo vive e respira e lo ama. E il mondo ama lei.
Ecco la lezione tratta da una conversazione su fb (e poi dicono che non è educativo fb...miscredenti!): "Ama il mondo che il mondo ti amerà. Odialo e riceverai solo odio". Qualcuno potrebbe obiettare: me se è prima il mondo a odiare me, che faccio? Allora puoi odiarlo tranquillamente.

Conversazione sempre meglio di tante altre merdate di facebook. Davvero leggo delle corbellerie così inquietanti che devo segnarmele sennò me le scordo e poi trascriverle dando vita a una specie di rubrica sull'autostima... qualcosa come: "Sentiamoci più intelligenti di questi decerebrati".

Altro tipo di espletamento. L'espletamento del niente unito ad altro niente che si traveste di tutto.
La fortunata è una mia ex compagna delle elementari, super laureata e tutto, ma che pare attivata da  stimolazioni quotidiane pari a quelle ottenute guardando un frammento di muro bianco tutto il giorno,tutti i giorni e ascoltando solo i rutti di Barney dei Simpson.

Le sue frasi preferite, da riciclare, come commento alle foto delle amiche ( e ho guardato solo una decina di foto, perchè mi ero rotta delle solite pose idiote...pensa un po' il resto!):
"Tesò sei stupenda."
 "Amò quanto sei bella"
 "Sei una stella amò"

A inizio estate: "Oh ragazzi!!! Si ricominciaaaaa!!! Questa estate sarà più super vedrete!!!!"
No, niente di incredibilmente "super" questa estate: è che ricominciano solo ad andare negli stessi locali che frequentano tutti, come ogni estate a fare niente ma "è super!".

Prototipo conversazione tipo sulla sua bacheca:
"Sono senza parole...."
"Perchè tesoro?"
" Così :))))"

No, ti suggerisco io: "Perchè non hai niente in testa e le parole vengono da lì."
Ecco se qualcuno le avesse scritto così, Facebook avrebbe avuto il ruolo educativo tanto decantato.

Alla ricerca di un lavoro estivo sulle coste ioniche

Pare che "Alla ricerca di un lavoro estivo sulle coste ioniche", fosse la sceneggiatura su cui lavorava Spielber nel 1976. Ma a metà lavoro si rese conto che, piuttosto, stava venedo fuori la sceneggiatura perfetta per un film di fantascienza, con alieni e dialoghi assurdi.
Così nacque: "Incontri ravvicinati del terzo tipo".

1) Corpulento tipo bukoskiano, con bottiglia di wisky semivuota annessa (alle 9.30 del mattino!), stravaccato in iniquo modo sul bancone del bar, in un lido diroccato e semivuoto:
"Ehm... mi scusi, volevo chiederle se cercate qualcuno per un lavoro estivo?"
"Blehashleisyah."
"Come scusi?"
"Glushimanmek brabr"
"..."
"...ROnf..."
"Tutto chiaro. Grazie e arrivederci."
"Sgnip"

2) Donna di mezza età, magra con un chiodo con un prendisole macero, guarda tremante una tipa che ciancia accalorata al telefono:
"Mi scusi "
"Sì?"
"Salve, sa indicarmi un responsabile? Sto cercando un lavoro estivo mi chiedevo se voi..."
"No"
"No non c'è nessun lavoro o nessun responsabile?"
"Sì. No".
"C'è qualcun'altro con cui posso..."
"No no"
"Allora ne è certa: no"
"No"
"Ok no, grazie".

3) Donna. Sui 55. Capelli super piastrati, super mechati, super ossigenati. Fondotinta spesso 20 centimetri, ombretto blu pesante, eye liner che cola per l'afa. Fischianti labbra a canotto rosso-bordeaux-viola.
"Salve mi hanno indicato lei come referente. Cercate qualcuno per un lavoro estivo di qualsiasi tipo?"
"Cossssa? No ho capitttto"
"Avete un posto come cameriera o barista o qualsiasi cosa? Eventualmente lascio il curriculum"
"Oh signorinaaaa, ma è l'1 luglio! Ohohoho no no ormai siaaaaamo al cuuumpleto"
"Eh sì signò, c'ha ragione anche lei"
"Grazie lo stesso, buon lavoro"
"Preeegoo"

4) Marmocchia sui 15 anni mi suqadra come avessi la lebbra.
"Ciao mi puoi indicare un responsabile con cui possa parlare"
"Il lido è di mio padre, puoi dire a me"
"Mmmm...okkkey. Volevo fare domanda per un lavor..."
"No, siamo già aposto. Grazie e arrivederci"
"Magari proprio arrivederdci no, ma prego."

5) Vecchio sdentato barbone sul lungomare:
"Signorina bella cosa fa tutta sola soletta sotto il sole scottante?"
"Per ora niente, a breve vorrei stendere un pezzo di cartone accanto al suo se non le spiace e vivere in strada"
"Non mi spiace la strada è di tutti... benvenutaaaa!"
"Ehhhh consolante. Grazie"

Il male? No, solo parentame

Oh bene.
A sostegno di quanto fin qui ripetuto fin alla più bieca noia, riporto una conversazione avvenuta in questa appiccicosa e mortalmente luminosa mattinata di 7 luglio.

Me ne stavo beatamente sgambettando verso casa, dopo aver pagato le bollette alla posta, orgogliosa del mio calcolato tempismo che mi aveva consentito di sbrigare la tediosa faccenda in non meno di 120 secondi. Un record nella posta del mio paese in estate.
Il sole picchiava come il fottuto inferno. Anche se erano appena le 9.00, non pareva esistere una pozza d'ombra neanche a pagarla oro. Tranne che nella mia casetta dove stava ad attendermi come un amante voglioso e sudato, una bottiglia ghiacciata di tè alla pesca.
Avevo calcolato tutto: arrivo a casa, mi svesto e sorbisco il tè con languido compiacimento, continuando a leggere quel racconto divertente, e poi mi fiondo a studiare. Ora che riesco a fare qualcosa senza sentire troppo spesso ansia e affanno, studiare non è poi così male.

Ma....
Ma.
Ma programmare fa male, soprattutto quando si vive a casa con famiglia, circondati da paesini che pullulano di parenti rompi. Soprattutto quando fa caldo, troppo caldo anche per le lucertole. Soprattutto quando si è me.
Infatti davanti casa chi ti vedo in sbirciante attesa?
Cugina! :-s.
Anzi di più: cugina con zia! 0_o

Ora che cerco di rivisualizzare la scena, mi vedo in mezzo alla strada, con un sottofondo di grilli in amore, il volto congelato in un sorriso congestionato, a metà tra smorfia e "cos'è questo odore? sento odore come di letame".
Buon viso a cattivo gioco. Vedo buste e ciotole, forse hanno portato qualcosa, me la danno e se ne vanno subito.
Mi avvicino. Il passo è pesante, come in un film epic western. Ogni zoccolata a terra è un tonfo.  

Nella testa di Dafne:
"Ti prego Dio, so che sono stata una blasfena miscredente, ma se esisti fammi la grazia. E comunque sono sempre meglio di quelli che ti invocano solo in punto di morte, no?! Io ti invoco solo in punto di incipiente schizofrenia acuta! Non è codardia repentina. E' seria e indiscussa fifa!".

Davanti a Dafne:
Tappe e Tappè attendono grassocce e sudatice, col cipiglio che riluce nell'aura solare. Serie. 'Mmazza se so' serie! Sempre serie ste qua.

Dafne: "Ciao! E voi come siete giunte fin qui?"
Tappe: "Ciao. Meno male sei tornata."
Tappè: "Dove sei andata?"
Dafne.:"Alla posta, c'erano bollette da pagare"
Tappè: "Ah allora qualcosa la fai ogni tanto"
Dafne: "Mmmm come?"
Tappè: "Ti disbrighi le cose al posto di tua madre"
Dafne: "....Sono appena tornata dalla posta"

[E seguono la povera Dafne nel portone fresco ("Grazie tante Dio eh....ci risentiamo in punto di morte")....chiacchiere di circostanza mentre svuoto le pentole con le verdure e la frutta che ci hanno portato dall'orto....]

Dafne: "...Ah a te le rape? A me i broccoli proprio non piacciono" [Tenta drammaticamente di evitare che la conversazione imbocchi strade a bordo di burroni roccosi. (Eh sìììì parlo dell'università! Cacchiolo se neanhce questo avete capito che mi leggete a fare?)]
Tappe :" Dovresti andare a mare"*
Dafne: "Per quale ragione "dovrei?"
Tappe: "Ma perchè non vai al mare hai tutto questo tempo libero!"
Dafne: "Veramente ho un sacco di cose da fare e non ci vado perchè mi annoio. Semplicemente"

Piccola illustrativa parentesi per l'eventuale lettore ignaro.
I parenti di Dafne la considerano una stolta nullafacente, stupida, asociale, che non studia, che non si laurea, che non è in grado di fare niente, che dovrebbe lasciare l'università e cercarsi un lavoro, malvagia, strana, inutile, che (prerogativa di una parente in particolare, almeno che lei sappia, ovvero: La Matriarca) non scriverà mai niente anche se è il suo sogno. Come Dafne sa questo? Quando le disse che le sarebbe piaciuto scrivere per lavoro, ma che visto che non si era ancora laureata (voluta discrepanza di causa-effetto) non era probabilmente in grado di laurearsi, la Matriarca fece il suo cenno affermativo del capo, un tocchetto di "Sì sì" quasi impercettibile che fa ogni volta che acconsente con l'interlocutore e poi sorrise soddisfatta. Che sia stata soddisfatta perchè temeva che veramente Dafne potesse decidere un giorno di riuscire a scrivere qualcosa?
Ma concludiamo.

Dopo un altro intermezzo di noiose ciance...

Dafne: "Sì grazie zia, poi ti faccio chiamare da mamma"
Tappè: "E tu fai le cose a casa. Pulisci e metti in ordine"
Dafne: "Lo faccio già zia"
Tappè: "Disbrigati tu le altre faccende e fai questo e fai quello, ma perchè non fai anche quell'altro?"
Dafne: "Perchè lo faccio già, zia"
[Ma anche dopo averglielo ripetuto, stranamente....]
Tappè: "Devi farle queste cose. DEVI. Ma perchè non le fai?"
Dafne, con le braccia in terra e il sopracciclio tremulo: "PERCHè - LO - FACCIO - GIà"

E' inutile. A tutti loro è talmente comodo che io sia questo che non accetteranno mai che non è vero. Anche se ce l'hanno davant agli occhi. E poi di che parlano quando si riuniscono a malignare tutti quanti? Chi utilizzerebbero come capro espiatorio? Chi sacrificherebbero sull'altare del loro compiacimento? Come potrebbero guardarsi allo specchio e sentirsi fieri se non si confrontassero con la nullafacente che loro credono che io sia?
Credono.
Ma non sanno...
...che un giorno li tramuterò tutti in pietra.

NOTE:
* Tappe mi ha posto questa domanda sul mare circa 5-6 volte all'anno, da 13 anni. Fate un po' il conto. Non so se è stupidità di quella grave, o un tentativo di capire cosa c'è nella testa dell'alieno-che-non-va-a-mare-d'estate.

mercoledì 6 luglio 2011

People always leave

Non credo che riuscirò a sedermi al prossimo esame.
Non trovo più neanche un senso per vestirmi o alzarmi...sono solo stanca. Non posso più vivere così. Non so dove pescare altre cartucce, l'aria in questa casa è diventata irrespirabile e ovunque anche se esco, vedo tra la gente solo vampiri con occhi rossi e luminosi pronti a sbranarmi. E ho paura davvero di non farcela stavolta.


Stanca di essere l'unica realmente in grado di provare affetto disinteressato, stanca di inseguire amici perchè mi mancano e sentirmi dire che è lo stesso è per loro e crederci, dannazione, crederci perchè sai credi di conoscerli e vuoi dannatamente bene loro proprio perchè loro ti hanno consentito di conoscerli nonostante siano persone così stupende.
E ti accorgi che non è così: non li conosci. Loro non ci sono mai stati, hanno solo parlato con te, così, come parlano con il postino, per riempire un vuoto momentaneo. Colmato ciò di quel che di meglio e più abbordabile può offrire la ditta, sono scomparsi quasi con noia. Di nuovo. E di nuovo e di nuovo.

Nessuno che neanche ti manda un sms per sbaglio.



E tutte quelle stupide scuse che tirano in ballo che sono impegnati e neanche trovano il tempo per uno squillo. E tu? E tu gli credi,perchè sono persone così meravigliose loro che non ti mentirebbero mai. Ti vogliono bene quanto tu ne vuoi a loro eh. Poi passano i mesi e pare strano che nemmeno trenta secondi per un sms trovano. E ti ritrovi a leggere coglionate che scrivono su anobii o altrove e guarda! Allora il tempo c'è. E lì,pugno al cuore.

Che ti dicono tutti accorati "Sì, vale anche per me, anche io voglio continuare a sentirti!" E tu a cercare allora di capere dove sta il problema e a d accertarti di non caderci ancora: "Ma ne sei sicuro? Pensaci magari...". E loro "sì sì sì sicuro". E tu "ok ^-^ *_*".
E poi? :'((((
Shhhhhh. Silenzio.
Tu scrivi un messaggio ogni tanto, quasi col timore di disturbarli...
Ogni tanto qualcuno ti risponde e poi? Niente. Il nulla proprio.


Ma quale cazzo è il problema?
Se non mi vuoi parlare basta dirlo!
Se io dico che sono un'amica per qualcuno poi mi comporto da tale ma non perchè devo, perchè è una conseguenza spontanea! Se non voglio essere tuo amico io solitamente lo dico e poi? E poi basta, amen. Invece mi sento solo imbottire di scuse idiote tipo "non ci penso proprio a mandare sms" - "eh ma meglio sentirsi su skype" e io povera fessa "va bene, come vuoi, sentiamoci su skype, fammi uno squillo quando vuoi parlare" e lui "si va beeeeene".
........ Sò passati due mesi dal MIO ultimo messaggio.
Ma cazzo, dì che non mi vuoi sentire e basta così, ma quante palle ci vogliono a essere un tantino veri? Troppe mi sa.

Come potrò dire a mia madre che ho paura?

E' come nella canzone di di De Andrè, Il Cantico dei drogati.  
Come potrò dire a mia madre che ho paura? Cantano i dannati di Faber.
Gran parte del problema però, per me, è proprio lei.
Qualsiasi cosa succeda, qualsiasi cosa io faccia o non faccia, comunque per lei sbaglio, comunque lei noterà e soprattutto mi farà notare, che sono io sempre e comunque, il problema. Dalle cose più stupide alle cose più serie, da quando ho ricordo. Non c'è scampo per me.

I miei guai al liceo? Sono io sbagliata, non importa se dopo di me tutta la sezione ha cambiato scuola, no io sbaglio.

Non ho trovato lavoro nonostante l'abbia cercato per un mese? Sono io che non so.

Ho lavato i piatti pieni di incrostazioni di tutte le sue stupide torte? Ma non importa, come se non avessi lavato niente meglio non lavare almeno... Perchè lei ha notato solo che io non ho pulito la macchinetta del caffè per giorni perchè non riuscivo ad aprirla era stretta troppo e oggi l'ha fatto notare a mio fratello e io le ho detto che ho provato e non ci sono riuscita e lei ha alzato il sopraccicllio e ha detto "si si, certo" come a dire "ehhh come no...la solita bugiarda, in realtà tu non fai mai niente".

Io sono andata da sola a turtte quelle lauree dei miei cugini anche se non volevo, anche se lo sapevo che sarebbero state una tortura per me. E ora che non posso andare a quella di mio cugino a Roma, perchè devo studiare, non va bene! Io sono cattiva egoista e invento scuse per non andare. Non importa se loro non sono venuti senza ragione alle altre lauree e ci sono andata io, da sola, importa solo che io non vada a questa.

Ed è meglio non toccare il tasto università....

Sono giorni che non riesco a leggere, a studiare, fare altro che non sia piangere.
Ogni volta che comincio a studiare perdo il controllo, divento apatica e tutto diventa nero e comincio a tremare.
Non so spiegarlo. E' come aver paura di qualcosa, ma non di qualcosa di concreto. E' più qualcosa che non puoi sfuggire, non puoi estirpare perchè ce l'hai dentro. Perchè sei tu.

Non importa niente di te. A nessuno. Tua sorella e tuofratello con cui cerchi continuamente di instaurare un discorso, ti ignorano, ti insuletano o ti dicono di andartene.
Allora perchè andare avanti? Perchè studiare? Perchè mangiare? Perchè piangere ancora e ancora, dopo tutti questi anni se senti la mancanza di qualcuno nonostante questo qualcuno chiaramente non ha mai davvero ricambiato amicizia, affetto o che altro nei tuoi confronti?

domenica 3 luglio 2011

(Odi et) amo: l'estate

Motivi per amare l'estate:
  1. Il cielo è terso, si vedono più stelle e le costellazioni sono maggiormente distinguibili se sei così fortunato da trovare un luogo abbastanza buio per godertele;
  2. Il punto 1 + lo sciame delle Perseidi il giorno di San Lorenzo 
  3. Il punto 1 + il punto 2 + i desideri che puoi esprimere se vedi le stelle cadenti.
Colonna sonore per questo post:

Odi (et amo): l'estate

Motivi d'odio per l'estate:
  1. Il caldo afoso che annienta lo spirito e la mente, appiccica la pelle, non dà tregua neanche se ti fai dieci docce al giorno; non ti fa dormire; non ti fa concentrare, non ti fa respirare e riesci solo a pregare che qualcuno spenga quel maldetto sole;
  2. Le zanzare, luride stronze che divorano le mie carni bianche. Perchè poi tendano a mangiare me più degli altri, è un mistero;
  3. I turisti: nord-italiani, francesi, americani e tedeschi, soprattutto i tedeschi che sono ovunque con i loro capelli tutti dello stesso colore giallino, le spalle larghe e il culo stretto, dovunque ti giri senti e vedi crucchi. I primi ad arrivare e gli ultimi ad andare via. A ottobre a mare ci sono solo loro! E intasano le strade, e allungano chilometricamente le file ai supermercati, pare tutta la Germania si ritrovi qui, in estate;
  4. I parenti che arrivano da tutte le parti di Italia con i cuginetti vocianti, pucciosissimi il primo giorno, per carità, rompicoglioni per tutto il resto delle vacanze. E ovviamente l'intero parterre di fidanzete e fidanzati dei cugini più grandi, non sia mai si staccassero qualche giorno oh...vuoi mettere l'amore!? Per non parlare del carrozzone di parenti dei parenti, che vengono a stare a casa tua per aspettare che arrivino gli altri e tu lì a rigirarti i pollici e a cercare un argomento per infrangere l'imbarazzante silenzio. Come se non avessi già i miei guai, io! Ma perchè diavolo non vanno a farsi un giro invece di stare a rompere a me? Ma il peggio del peggio sono le domande: "E che fai? E come mai non vieni al mare con noi [perchè dopo dovrei piantarmi due aghi arrugginiti nelle vene e sai...sono ancora giovane, qualche altro annetto vorrei passarlo su questa terra, tu che dici?] E quando ti laurei? E perchè non sei ancora laureata? E il ragazzo ce l'hai?" Ma fatevi un gran pacco di cazzi vostri!
  5. Le discoteche che suonano tutte nello stesso momento, tutte le stesse canzoni a distanze ravvicinate tanto che ti pare quasi di vedere quelle onde di orrenda musica house, cozzare tra di loro per aria e respingersi, come le palle di un flipper, impazzite;
  6. E il fatto che tutti fanno le stesse cose, tutti vanno negli stessi locali, tutti in spiaggia alla stessa ora, tutti a gardare gli stessi fuochi, tutti allo stesso concerto e, quel che è peggio, tutti si aspettano che tu fai lo stesso.E se ti azardi a chiedere perchè ti guardano pure male. Perchè sì, ecco perchè? Che domande...;
  7.  Tutti vestiti allo stesso modo con la stessa mise, raggruppati per età ed estradizione sociale, a frequantare in branco gli stessi locali alla moda, al punto che non li distingui, vedi solo le stesse masse nebulose, sarebbero identici se non fosse per il codice fiscale che non esibiscono però come cartellino indentificativo. Sarebbe una buona idea... un marchio, come le vacche;
  8. E le file infinite alle gelateria che fanno il gelato artigianale più buono;
  9. E il fatto che tutti sono felici e contenti che sia estate e tu no;
  10. E il fatto che per te estate o inverno cambia poco.


    Colonna sonora per questo post:

Zucche depresse

Il bello, il brutto e il medio degli Smashing Pumpkins è che che per quanto sei depressa, puoi sempre contare sul fatto che loro ti deprimeranno ancora di più. E' una certezza e mi piace avere certezze.
Tra zucche, ci si intende... parliamo la stessa lingua arancio rancido.
Posso ascoltare quel grunge strascicato senza tregua, per dodici ore di fila, cosa che ho già fatto in passato e che conto di rifare. Soprattutto in questo periodo. La voce di Billy Corgan è un mantra, non si alza mai, mantiene sempre lo stesso tono e segue la chitarra e tu segui loro e non sai dove vai, non pensi più. Ma la tua tristezza acquista un senso. Ed è condivisa dal mondo delle loro storie. Ed è bella come il canto del mare d'inverno.

La versione non censurata del video di "Try try try" è molto più triste e truculenta di questa nel video, ma non si trova. Nonostante la dannazione palese in cui versano i protagonisti, passerei volentieri l'inferno della droga pur di avere quello che hanno loro...
In un mondo di merda dove a nessuno importa quanto tu continui ad autodistruggerti, giorno dopo giorno, avere qualcuno che si autodistrugge con te, conta quanto avere qualcuno che vuole salvarti.
Avere un qualcuno che va a cercarti in capo al mondo solo perchè non ti trova accasciata tra i liquali putrscenti di un bagno pubblico, dove ti avva lasciata prima di partire per il suo meritato trip, conta più che avere mille qualcuno che ti dicono che "sbagli, la droga è brutta bestia!" perchè così la loro coscienza è salva e possono girare le spalle e tornarsene alle loro auree esistenze, fatte di tegoline del Lego perfettamente incastrate.
Pensarla così mi rende politicamente scorretta e matta agli occhi del mondo.
Mi sta perfettamente bene così.