mercoledì 28 dicembre 2011

Né Dio, né Stato, né Servi, né Padroni

Scritto 27 giugno 2008

Mitizzare cose concetti o persone non è mia precipua peculiarità. Sono più una tipa da "sfalda il mito". Per una volta, però, mi arrogherò il diritto di andare contro la mia stessa corrente. Perchè? 
Perchè il bello di avere un proprio blog è che si può decidere di scrivere ogni facezia o sagacia attraversi la propria testa. E da un pò di tempo nella mia testa fermentano moti rivoluzionari che, appaiati al mio proverbiale raziocinio (altro aspetto positivo dell'avere un proprio blog: ostentare vanterie), fruttano punti di vista poco ortodossi, forse, ma incontrovertibili.
Tema: l'erronea  natura dell'Anarchia.
Quanti tremano quando sentono questa bistrattata parolina? E per forza! E' stata radicata in noi, con tanta solerzia, tutta l'acredine possibile nei confronti del pensiero che professa. Brutta cattivona l'anarchia! Viva le imposizioni legifere e societarie!
Ma forse è normale. Si chiama "pricipio di autocoservazione" (espresso da Freud): "la pulsione vitale, insieme all'istinto di autoconservazione sono dovute al bisogno di mantenimento della specie". Per vivere l'uomo deve convivere in società e per convivere in società deve autolimitarsi con leggi giuridiche, regole etico-morali e precetti del "gusto comune". Se trasgredisci alle prime sei un reietto e vai in prigione, se trasgredisci alle seconde sei un peccatore e vai all'inferno, se trasgredisci alle terze sei un asociale e sarai alienato.
Anarchico viene considerato, fondamentalmente, chi viola le prime. Ed è
SBAGLIATO! Correggetemi se sono inesatta, ma chi viola leggi costituzionali è un delinquente, un ladro, un criminale. Che c'entra in tutto questo un anarchico?!
Anarchia è: Né Dio, né Stato, né Servi, né Padroni! Un anarchico sa che l'uomo è una creatura
SOLITARIA, che vive in coppia o in società per comodità e necessità, ma non per indole.
"L'uomo è un animale sociale": mai fu detta peggior corbelleria!
Un anarchico non è colui che non rispetta le leggi, anzi: "L'esistenza di regole e convenzioni sociali nell'anarchia non è esclusa a priori a patto che le regole e le convenzioni vengano liberamente determinate e accettate dalla comunità interessata (anarchica) e non rappresentino un'imposizione derivante dal maggiore potere di alcuni rispetto agli altri".
Un anarchico è una persona che decide di essere libera nel proprio pensiero e nelle proprie azioni, questo non vuol dire che domani si alza e va ad ammazzare il primo che incontra per le vie del borgo o che vive solitario su una collina aspettando l'arrivo del Maligno!
Però forse pensarla così aiuta a tenere lontani punti di vista pericolosi perchè indipendenti. Vivere in comunità è, purtroppo, uniformarsi, se non lo fai sei l'Anticristo.

Morale della favola: vivere in società e bello e divertente e facciamo tutti tante belle cose, ma quando ti impedisce di pensare e agire liberamente c'è qualcosa di sbagliato, un errore nelle democrazie liberali osannate ai quattro venti. L'anarchico coglie il problema e risponde a modo suo.
Con questo non voglio dire che non ci sono casi estremi in cui gruppi di dementi, che si definiscono "Anarchici", estremizzano un concetto e divengono veri e proprio terroristi e delinquenti. Ma qualsiasi credo o dottrina radicalizzati si negativizzano, dalle ideologie politiche alle religioni, dai sentimenti alle passioni.
Fare di tutte l'erba un fascio per pregiudizio è, purtroppo, un errore tanto umano quanto disastroso.
Come dimostra il caso di Giuseppe Pinelli (per approfondimenti wiki/Giuseppe_Pinelli). Questa canzone scritta dai suoi compagni dopo la morte di Pinelli è bella quanto tristissima:

Nessun commento:

Posta un commento