venerdì 24 dicembre 2010

La cucina è un gioco di ruolo

Esplosione di nouvelle cousine per questo Natale. Se l'anno scorso mi avrebbero detto che avrei passato il Natale volentieri, in cucina, con mamma, a sfornare prelibatezze, gli avrei riso in faccia sdegnosa con un: "Io?! Seeh, figurarsi se perdo tempo ad armeggiare con mestoli e farine! Meglio leggere un libro".
Inveceè proprio divertente e anti-stress cucinare. Ma credo che la parte piùi mi affascina del tutto, sia la componente sensitivo-sperimentale, nonchè quella alchemico-magica che la cucina comporta: mi sento una stramaledetta strega a mescere ingredienti, ad affondare le mani in impasti dagli afrori e dalle consistenze più disparate. E' come se potessi sperimentare risposte sensoriali cui finora non ero stata iniziata.
Particolarmente eccitante è stato fare gli omini di zenzero, i Gingerbread men della tradizione inglese, non solo perchè mi ha assorbito in una dimensione da Natale americano molto da telefilm, ma per gli odori e il sapore anomalo per la cucina prettamente mediterranea. Zenzero, cannella, noce moscata, chiodi di garofano, burro, miele, insieme, sprigionano profumi deliziosi di paesi lontani e culture nordiche. E poi sono così belli, ma così belli...peccato, non riesco a fotografare i miei e metterli, ma non sono molto diversi da...
...Zenzy.
Mi sono poi cimentata in ricette non proprio comunissime, così, tanto perchè nella mia vita non c'è molto altro da fare. Quindi per l'aperitivo di stasera ho fatto frollini di parmigliano a forma di albero di Natale, anche se non sono molti e stasera saremo venti persone da zio e tutti mangiano un sacco...ma si dovranno accontentare: chi prima arriva, meglio mangia.
Io li ho arricchiti con del rosmarino secco e della paprica

E poi, per il pranzo del 25 (saremo con degli amici di famiglia a casa nostra) ho fatto il ciambellone al gorgonzola e noci, che ancora non so neanche come è venuto ma dall'aspetto sembra una bontà.
In più, per ricreare un Natale all'american sit-com, ho rischiato una ricetta di pane all'aglio. Lo ordinavano sempre le ragazze Gilmore negli episodi di Una mamma per amica, insieme alla pizza mi pare di ricordare, e mi sono sempre chiesta come fosse. Ho trovato una ricetta su internet, ma l'ho modificata per adeguarla a uno dei programmi della nostra macchina del pane. Non so come uscirà. Controllo ogni due minuti e ancora deve stare dentro per un'ora e mezzo. In realtà ci sono due tipi di pane all'aglio: uno già pronto con aglio secco nell'impasto, uno che vede il pane normale aromatizzarsi in forno con aglio e olio. Io ho scelto la prima versione, ma è, come tutto, una prova, e un modo per fare qualcosa piuttosto che non fare niente. E comunque, mangiarlo, domani, mi farà sentire come una delle Gilmore Girls e questo me gusta mucho ed è perfettamente attinente col tipo di Natale bislacco-giocodiruolo che ho deciso di costruirmi intorno per difesa dal mondo che mi è ostile.
Il pane che sta lievitando nella mia macchine del pane;
L'altra versione che prima o poi proverò...

...tanto non è previsto che baci qualcuno al momento e se anche dovesse succedere (eh...chissà che non mi porti bene questo Natale sognante e culinario...), tizio dovrà accontentarsi di baci piccanti.

Credo che sia proprio per questo che cucino, Cioè non per riempire di baci all'aglio qualcuno, sia chiaro...anche se...no, no scherzo, non è per questo. Ma non avevo realizzato prima, anche se mi ero domandata spesso, da cosa dipendesse questa nuova propensione alla culinaria. Cucino solo cose che possono farmi sentire in un modo o nell'altro, lontana e aiutare a stringere le maglie dell'incantesimo atto a farmi evadere da qui. E quindi il solo nome del "Pane all'aglio" mi catapulta nel Connecticut; con l'odore di zenzero e miele in luoghi esotici e altre culture; con la forma dei Gingerbread men nelle tradizioni natalizie favolistiche nordiche...

Mica sono una principiante dell'evasione, io! Le studio tutte, anche incosciamente, metto in atto stratagemmi di ogni tipo per arricchire e rendere più tangibile possibile, il mondo alternativo che fa da contraltare al reale in cui vivo. Così posso vivere in entrambi: uno è una facciata e gli altri mi percepiscono lì con loro; l'altro è solo mio, nella mia testa ed è lì che vivo realmente, compressa e compensata in me stessa.
Triste, ma che alternativa ho? Nessuno vuole far parte del mio mondo reale qui...quindi mi organizzo alternetivamente. A questo proprosito, sarà meglio che vada a controllare il mo pane all'aglio...

2 commenti:

  1. Adoro cucinareeeeeeeeeeeeeeeee, e sopratutto piatti insolito...di inusuale utilizzo piatti regionali di altre regioni...sicilia, sardegna e esteri...speziati siiii adorableeeeeeeeeeee...
    tocca che ci scambiamo ricette...è un modo di sfogarsi magnifico e poi mettere le amni negli impasti sentire il calore o il freddo i profumi...un tripudio di sensi!

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  2. io l'ho scoperto da poco mi diverte e cucinare in compagnia sarà meglio credo, cmq nn conosco molte ricette ma semplici, vorrei imparare a fare i muffin di tutti i gusti!

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