mercoledì 29 dicembre 2010

Vigilia con borghese


Vigilia di Natale alla casa "estiva" degli zii romani. Da quando hanno questa casa, ovvero due anni, la vigilia ci tocca passarla con loro e con i parenti di mia zia, il che vuol dire borghesi+borghesi moltiplicato al borghese diviso borghesia spiaccia. Che tradotti tramite un codice meno matematico vuol dire “tortura per me”.
Non che siano proprio malvagi i parenti di zia. Anzi alcuni di loro hanno il pregio di sparare qualche battutina magari superflua e scontata, ma che, espressa in dialetto, aiutata dal vino ancora crudo che vendemmia uno dei fratelli di zia, dalla prospettiva di un buon banchetto e dall'atmosfera ridanciana generale, fanno il loro effetto giubilante e non ci si annoia, diciamo così. Diciamo, anzi e meglio, che la sera della vigilia di Natale mi trovo io in una predisposizione d'animo più accomodante e tendo a sopportare la loro presenza e ad adeguarmi, almeno apparentemente, ai loro ranghi per necessità. E perché ne sono costretta.
Nella fattispecie, ad animare la serata eravamo in diciotto, ovverosia: io, mia madre, mio fratello (mia sorella è in quel di Roma non scesa perché si secca e perché deve, beata lei, lavorare); mio zio, mia zia, il mio cugino ventiduenne, il mo cugino quattordicenne. La compagine della famiglia di zia è la più nutrita (anche se ormai sono quasi un'estensione della mia di famiglia visto che sono quasi perennemente presenti in feste e ricordi. Soprattutto ci sono a costellare le mie estati di infanzia e adolescenza sole e tristi mentre i miei quasi coetanei appartenenti a quella compagine, se la scialavano con le loro compagnie di amici genuini e bighelloni) e comprende due famiglie di quattro componenti ciascuna: padre e madre dottori in una, l’apoteosi più sdilinquita del borghesismo, un figlio di un anno più piccolo di me, perfettino e pseudo genietto, dico pseudo perché non credo che effettivamente lo sia, ma lo hanno sempre sventolato ai quattro venti come tale fin da quando andavamo al liceo, quindi alla faccia della fiducia in se stesso, se uno non ce l’ha te la inculcano fin nel profondo e l’acquisti per forza quindi non puoi che autoproclamarti genio. Semplice. Geniale, è il caso di dire. Insomma sto tizia si è laureato e specializzato in fisica con 106 o 107 non ricordo (108? Non credo 108, ma comunque siamo lì) e ora pare sia fidanzatissimo (e innamoratissimo??? Questo non lo so…) con una ragazza più grande di lui non so di quanto e quindi urge per loro la necessità di sposarsi per metter su famiglia. Mah. Resoconto della sua vita non richiesto, ma mi serve per mettere ordine perché devo ammettere, che il morboso borghesuccio antipatico e montato, ha lasciato il posto a un pasciuto e dolciastro ragazzo che mi ha ispirato tenerezza. Ho cercato di instaurare un qualche tipo di conversazione, anche se in realtà non è che sia stata molto brava, non è che neanche mi ci sia impegnata granché. Volevo davvero farlo, davvero parlare con lui. Il punto è che non so perché. Posso tranquillamente affermare che fino a qualche anno fa ho odiato questo ragazzo perché incarnava esattamente tutto quello che io non ero, aveva tutto quello che avrei voluto avere e nello stesso tempo che detestavo: aveva una vita serena e perfetta, era sicuro di sé, brillante, con una famiglia che lo amava, lo viziava, lo ergeva su un piedistallo, aveva un sacco di amici, faceva un sacco di viaggi, era considerato carino, aveva anche amici americani molto carini. Una volta in spiaggia mi chiamò perché io me ne stavo da sola, credo sotto dritta dei genitori e il suo cretino-ma-carino amico americano mi disse qualcosa in inglese che io non capii (anche se col senno di poi interpretai, ma ero così nervosa in quel momento…) arrossii come un’idiota e gli diedi comunque la mano che mi tendeva e lui mi afferrò e mi attirò con uno scossone nel mezzo del gruppo, facendomi cadere sulla spiaggi. Tutti quegli stupidi seduti lì intorno, amici del nipote di zia che chiameremo Trex, risero. Inutile dire che avevo un groppo in gola ed ero… mortificata, imbarazzata, triste…avrei voluto sprofondare. Scappai via e non tornai in spiaggia per un sacco di tempo e mi tenni lontana da loro il più possibile. Dopo qualche anno ritentai la sortita, provai a fare amicizia e cercai di comunicare con qualcuno di quelle ragazzine carine e viziate. Rispondevano a monosillabi e consideravano a malapena ciò che dicevo loro o mi guardavano perplesse e si giravano dall’altra parte. Stupide catanzaresi viziate. Le odio. Li odio tutti. Per come mi hanno fatto sentire inutile e non alla loro altezza. Mi ci sono voluti anni per capire che erano loro stupide e cattive e convinte di essere superiori. Lui apparteneva e questo codazzo di esseri e se ne vantava orgoglioso. Lui e la sorella, una ragazzina di 4 anni più piccola di me più stupida del cucco, incredibilmente mentecatta e dalla mente limitatissima impegnata a seguire le tappe prescritte senza eccedere di un millimetro, senza personalizzare il suo percorso ma solo seguendolo, come un cavallo con i paraocchi. Basta citare qualche stralcio dei suoi discorsi del 24 sera per rendersi conto del tipo di fanciullina: “…be’ ci tocca stare con la famiglia il Natale fin quando non c’abbiamo la fede al dito” ; “…capodanno noooo…capodanno si festeggia con gli amici perché Natale con i tuoi, Capodanno con chi vuoi…”. E via con banalità di tale staffa pronunciate per giunta con accento simil pisano…cosa mi sono dovuta sorbire per tutta la sera… beata mia sorella che l’ha scampata, la furba. In realtà non sono riuscita a trattenere un’espressione sconcertata quando ha nominato le fedi e lei ha ritrattato: “…vabbè per Dafne dico fin quando con convivremo…”. Ma guarda, non ti preoccupare per me bella, segui pure il tuo percorso prescritto e pace e bene sorella. Questa ragazza mi fa pena. Si crede tutta lei e vabbè, ma so da intime rivelazioni che nonostante stia con un ragazzo da anni e sono praticamente quasi ufficialmente fidanzati, non èmai neanche riuscita ad avere un orgasmo… Be’ neanche io ho avuto mai un orgasmo degno di nota, ma solo perché non ho mai fatto sesso…in quel modo deve essere difficile e…insomma non so bene come funziona non dovrei parlare, ma è triste e secondo me non è innamorata la tizia e sta insieme al coso lì perché….perchè è scema.
L’altra famiglia prevede invece lo stampo da paese dei miei, stile i miei parenti paterni per intenderci, con due figli amici dei miei cuginetti con cui dividono la passione per la chiesa e la frequentazione del vescovo e altri intrattenimenti e organizzazioni festaiole da paese. Uno è più piccolo di me di tre anni e uno più grande di uno. Il secondo molto compreso nelle attività del paese pare sia il presidente eletto di qualche associazione e fa comunella con la mia cugina ominima e coetanea, piace loro stare sempre sulla cresta dell’onda del paesucolo, al centro dell’attenzione, impegnati a organizzare eventi e recitine e cose così, si divertono così loro. Inoltre sono entrambi membri di un gruppo rock (???????????????). Ok non ce la faccio proprio a chiamarli rock non sono rock, non sono niente in realtà ma si credono molto. pare si rifacciano ai negramaro e siano arrivati anni fa secondi in un concorso indetto dal festival di Sanremo e ora hanno registrato un album che DEVO assolutamente ascoltare per farmi una stracavolo di idea anche se una volto ho sentito qualcosa e stavo per vomitare…e sono tutti molto compresi nel ruolo di promesse emergenti abbiamo anche brindato “a un futuro di successi e soddisfazioni per il loro gruppo” che chiamaerò in citazioni future, Klinex. Io stavo per sghignazzare perché mio fratello mi guardava e mi faceva ridere. Bello essere così sicuri di se ma almeno fanno qualcosa e poi non sono malaccio, montati ma simpatici, con la battuta sempre pronta, non sempre brillante, ma sempre pronta. Quindi perdonabili. Tutti abbastanza stupidi questo è da ammettere. Ma sono i capi sociali del paese, religiosi, devoti, festaioli,con la battuta pronta, promesse del rock mondiale, carucci…non si può avere tutto dalla vita suvvia.
Invece di parlare della cena di Natale sto parlando di loro, quindi concludo con il padre e la madre di zia, anzianotti dolcissimi, e il fratello più piccolo della nidiata, scapolo convinto e abbastanza scemo e fifone quando oramai ha più di quarant’anni, quarantacinque mi sa.

La serata? Si è riso molto, si è mangiato tanto, è saltata tre volte la luce e meno male che c’erano le candele accese, i miei Omini di pan di zenzero sono stati usati come segnaposto e forse per l’anomalo sapore speziato hanno avuto un sacco successo, mi hanno anche fatto l’applauso! Carini…ma non fanno per me queste cose mi mettono in imbarazzo e mi fanno diventare rossa rossa rossa. Il pandoro al tartufo di pizzo è stato straspazzolato spero lo riprenderemo alla cena in famiglia con soli mamma e fratello e io, il 31 perché era ottimo (non mi spiace per niente sta cena da soli così posso farmi gli stracazzi miei). C’è stato qualche intoppo nella successione delle portate perchè mia zia era ubriaca, quindi le cozze impanate sono state servite dopo il pesce fritto e l’insalata, tirata fuori dopo il dolce, ma questi sono dettagli.
Di solito la parte “scambio dei regali” è la mia preferita e avviene sotto la supervisione di zio, ma pare che tutti dovevano scappare di qua e di là chi per andare in chiesa chi per gestirei coro dei musicisti sempre in chiesa quindi è stata una cosa rapida.

C’è di positivo che ho sconvolto i più limitati con il mio look metal-punk (descritto nel precedente post) e che più di uno dei giovanotti continuava a fissarmi. Ora, la cosa non vuol dire niente né mi frega granché, anche perché probabilmente mi fissavano più per il mio abbigliamento alternativo (neanche poi tanto in realtà ma ‘so bigotti). Però fa un certo piacere riuscire a catalizzare l’interesse e l’attenzione dei bigottini, qui. Speravo di poter instaurare un qualche tipo di discorso/conversazione con qualcuno di loro ma nessuno si è trafelato per parlare con me e amen. Volevo solo sapere se ne ero in grado, volevo che per una sera, non mi considerassero scema. Solo per una sera…
Poi la sera è finita e se ne andassero affanculo. Loro e le loro cretinaterie.
E buon Natale a tutti.

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