martedì 7 dicembre 2010

Sogna, spera e dimentica il presente

Tu sogna e spera fermamente dimentica il presente e il sogno realtà diverrà…
Seee… aspetta. Sono anni che sogno e spero fermamente, mi sono consumata i neuroni a furia di sognare…Se ne fosse avverato uno, che dico?! un quarto di sogno… macchè!
Oramai non riesco più a distinguere la realtà dal sogno tanto sono compenetrata in esso, tanto questo colora le mie giornate.

Succede senza che me ne accorga.
Sto facendo qualcos’altro e BUM! Sono da tutt’altra parte a vivere una qualche bislacca avventura. La realtà invece è ben più grama. Nella fattispecie è solo fatta di studio, in questo periodo non faccio altro. Anzi lo scandire della mia giornata è, al riguardo, piuttosto interessante: la sveglia suona imperterrita alle 6.00 da più di un mese oramai, anche se io da più di un mese, non riesco a sollevare la testa dal cuscino alle 6.00, e non lo faccio effettivamente non prima delle 7.00; altro tempo perso a trastullarmi tra toletta e fusioni chimiche di bagnoschiuma golosi e boschivi; la scelta del tè, o della camomilla, o del caffè lungo americano o dell’infuso o della tisana e conseguente sorbire del suddetto e se ne partono un’altra ventina di minuti; quindi studio tra un volo e l’altro sul tappeto volante della mia fantasia; precisamente alle 13.40 vado a cucinarmi qualcosa, mai così gustoso e calorico come le ricette di Cotto e mangiato che non perdo mai seguito da Simpson e My name is Earl; ritorno a studiare con il tappeto magico sempre pronto e inquieto ai piedi del letto; se è un giorno feriale tra le 18.00 e le 18.20 ricevo una telefonata, quindi sbrigo gli obblighi telefonici; riprendo a studiacchiare perché oramai l’attenzione scema; quindi ri-Simpson e Big bang theory. Al che, solitamente torno a studiacchiare, ma stasera facevano Cenerentola in tv e io, si sa, a tre cose non posso resistere:
1)      dolci e torte;
2)      libri e fumetti;
3)      fascino delle favole.

D’altronde visto il mio precario stato di vita sospeso tra questo mondo e quello di castelli incantati e principi guerrieri, quelle sono il mio pane, la mia linfa, la mia eroina. Unico sostentamento, senza esse, che fondano il substrato strutturale della mia fantasia costruita mattone per mattone dall’infanzia, i miei sogni crollerebbero come intonaco muffito, si sbriciolerebbero fino a lasciare il grigio cemento armato, intonso e vuoto della mia vita. E io smetterei di esistere come un vegetale, che c’è, ma non esiste mica sul serio.

Detto tra di noi non è che fremessi dalla voglia di rivedere Cenerentola, sono altri i film Disney che preferisco (come la Bella e la Bestia che spero trasmettano in queste feste, mi ci vuole proprio sollazzarmi pensando che sono quelle persone considerate strane da tutti, come Belle che legge anche tanti libri e che per questo adoravo da bambina per le mie immedesimazioni favolistiche, a essere le protagoniste delle favole, adagiarmi per la durata di un film, sulla speranza che forse la mia favola deve ancora attivarsi, come da bambina e adolescente, quando su questo spunto fondavo ogni certezza per il futuro…). Ma è stato bello rivedere anche Cinderella, non lo guardavo da così tanto… E ricordavo tutte le battute a memoria! Incredibile come si ricorda quello che si impara a memoria da bambini. Sapessi così Lingua dei segni… invece latito ripetendo tutti quei nomi.

Piccola parentesi di aggiornamento.
Non finirò gli esami in dicembre. Sarebbe stato troppo bello per essere vero, troppo…riuscito. Non è da me. Insomma, riuscire in qualcosa, portare a termine un obiettivo sano prefissato, non fallire… eh, sai che pizza! Meglio buttarvi giù un’altra bella complicazione per infettare ancora di più una vita fin troppo poco torbida! Ora arrivano anche le vacanze di Natale: cosa c’è di meglio di un’ulteriore fallimento, un’ulteriore tormento ad arricchire, decorazione spumeggiante, l’albero di Natale.
Certo dovrò pagare la tassa a questo punto. Certo non ho i soldi. Certo non so dove prenderli. Certo la prospettiva di tagliarmi le vene è ancora in auge, bella bella vivace e risolutiva nella sua veste rosso pomodoro-vermiglio. Ma arrivano le feste e il Natale in rosso è così kitsch. Meglio aspettare e vedere gli sviluppi. E poi non voglio lasciare questa terra prima di essermi rimpinzata di panettone con la glassa di mandorle e l’uvetta e di pandoro velato di zucchero. E che cacchio un po’ di gusto diamolo a st’amara esistenza!
Affronterò tutto giorno per giorno, problema per problema, iniziando dall’esame perché, almeno uno, almeno sto cazzo di Lingua dei segni lo devo dare (ammesso e non concesso e che sua maestade la professoressa malvagina, si decida a mettere l’appello considerato che la sessione dura solo cinque giorni e che i cinque giorni in questione sono alle porte)!
Perché se mi soffermassi a pensare ai miei guai-fallimenti-casini, soffocherei e i morsi dell’amarezza, insieme alla certezza dell’inadeguatezza  mia, mi sommergerebbero e sarebbe finita. Non ci sarebbe posto per panettoni, biscotti allo zenzero, frittelle, croccante al pistacchio, torta di nocciole e cacao, mandorle caramellate, pignolata al miele, zeppole…
Anzi no, zeppole no! Ne ho mangiata qualcuna sabato, lo so che è una trasgressione fuori calendario e deleteria alla dieta, ma non ho saputo resistere! Mia madre ne ha portata una busta piena da casa di una parente e c’erano quelle che piacciono tanto a me, quelle filate, fine e intrecciate, croccanti e tremendamente fritte e il mio stomaco, credo, non sia più abituato a cotanto fritto e cotanta bontà e pesantezza e ho visto i sorci verdi per due giorni e una notte. Nausea, vomito, mal di pancia atroce. Maledette le zeppole. Ma buone buone buone buone…

Queste sono quelle soffici con la farina di ceci...



 
...ma questa, più dure, fine e croccanti con la pasta della pizza, sono quelle che preferisco nonchè le responsabili dell'avvelenamento da zeppole di sabato scorso

E’ tardi. Domani è già profumato al Natale e la mia sveglia suonerà inutilmente alle 6.00. Mi troverà, lo so non posso farne a meno, a consumare altri neuroni, mentre… “sogno e spero fermamente, dimentico il presente, e il sogno realtà…diverrà”.

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