martedì 28 dicembre 2010

Il teatrino del Natale

Per ricreare l'illusione di un Natale normale non occorre granchè. L'ho testato sulla mia pelle e siccome io di normale non ho molto, se ci sono riuscita io, chiunque con una vita meno scapestrata può riuscirvi.
Basta avere ben visualizzata in testa l'idea festosa e posticcia del Natale, quello da pubblicità con tanto di Santa Claus che scivola dal camino sul morbido panettone che il bimbo pone nel punto dove le trabordanti chiappe del vegliardo in rosso dovrebbero atterrare. Roba, insomma, da mieleggiante film anni '80.
Associare a questo la certezza di un invito a cena per la sera della vigilia, che impedisca alla cullante sensazione di solitudine e abbandono, sotto le feste tendente alla decuplicazione, di esplodere incostrastata inficiando le bazzecolaggini di serenità a fortiori che un Natale impacchettato ad arte da alberi e frasette e presepelli e panettoni, presuppone.
Alla ricetta potete aggiungere quello che vi pare basta che delinei una visione di tradizionalistica festa in famiglia.Voi saprete che è un quadro, un presepe vivente, un'esposizione teatrale, una recitazione insomma. Altri beatamete lo ignoreranno, convinti di non impersonare un ruolo che gli è stato assegnato, ma se si divertono così chi diavolo siete voi per romper loro le uova nel paniere?
Non posso fare a meno di pensare a quanto il tutto sia dannatamente subdolo. Chi fu a costruire questo scadente teatrino natalizio e a riproporlo sul palcoscenico ogni dicembre? Arriva il Natale e ognuno si comprende nella parte da recitare, come fa il resto dell'anno per carità, ma con una condiscendenza e una mancanza di opposizione che sconvolge.
Per quanto mi riguarda la mia recita è stata ineccepibile e straordinriamente divertente: soppesare ogni tassello e ogni dannata battuta e vedere come i miei coprotagonisti reagissero ammiccanti e stuzzicati, contenti di avere la risposta perfetta, esatta, giusta al contesto. Come un copione stampato, tutti a interpretare il proprio ruolo, senza sgarro. E' stato un piacevole diversivo devo ammetterlo. Solitamente alle mie battute rispondono sguardi perplessi e sconcerteti... La gente tende a uniformarsi perchè è straordinariamente semplice e rinfrancante. Non l'avevo mai vista sotto questo punto di vista. Il mio retaggio da pecora nera mi aveva oscurato i lati positivi del belare a coro.
E allora ho incartato regali, alacremente arricciato i fiocchetti dei pacchetti, sgranocchiato mandorle caramellate e sniffato il caldo aroma speziato di quanto di più natalizio il nostro forno ha partorito in questi giorni (povero forno e povera corrente quanto spreco!). Intendo gli omini di pan di zenzero, per carità preferisco scordare l'orrido sentore di pesce che da noi si mangia alla vigilia per tradizione.
Tutto molto Christmas. Quanto davvero Merry, devo ancora valutarlo...

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