venerdì 18 marzo 2011

Odio vivifico 2, ovvero il giudizio sempiterno del parentado

2)      i miei parenti che per buone ragioni o pessimi proponimenti hanno sempre finito per umiliarmi;


Non credo di essere l'unica ad avere subito disagi di qualsivoglia tipo da famiglia e parenti e dico ciò con dispiacere perchè mi piace da matti considerare me stessa diversa, speciale anche solo per le angustie subite. Poter quindi immedesimare la parte dell'incompresa ribelle che si rifugia nell'indifferenza e usa dardi di sarcasmo per controbattere critiche e mancanza di consensi.
Armi necessarie sarcasmo e indifferenza, ma non bastevoli quando devi continuamente rendere conto e se non rendi conto è peggio che se ne rendi. E la gente che non sa, la gente che non conosce e non capisce ti dice di ignorarli, ma non si può. Certo è la soluzione giusta. La gente che non sa ti sa dare ottimi consigli di solito. Ma è una soluzione irrealizzabile se i parenti sono parte costante della tua vita e della tua famiglia. 
Tu puoi provarci e ci tenti perchè hai bisogno di sapere che un modo per zittirli deve esserci. Ti serve saperlo. Ma poi lo fai e ti rendi conto che è inutile.


Ho passato anni a dire a me stessa che non è colpa loro se io sono diversa e loro non lo capiscono, che non usano cattiveria nel stare continuamente a soppesare e giudicare ogni mia mossa e soprattutto, non mossa , nell'umiliarmi e ....io non ho le parole per spiegare come mi fanno sentire ok? Non lo so. 
Mi hanno fatto stare male e li odio per questo, per tutto quello che mi hanno fatto passare in questi anni. Posso sentirmi in colpa perchè li odio e sì... mi sento dannatamente in colpa per questo ma li odio ...ed è patetico che continui a non ammetterlo solo per sperare di essere qualcosa di meglio di quanto non sia in realtà. Non sono niente di meglio e ogni persona che ho conosciuto me lo ha confermato con l'atteggiamento che ha usato nei miei confronti, ogni aspetto della mia vita è un lampante esempio di quanto non sia una persona neanche lontanamente decente.
Assodato ciò tutto il resto viene da sè.


Che cazzate sto scrivendo.... Sto solo girando intorno alla questione perchè in realtà non voglio trattarla se non in schietti termini.
Odio i miei zii materni perchè so che loro provano affetto per me, ma in realtà non sono io, Dafne, la ragazza per cui provano affetto. Non mi conoscono neanche. Loro si sono sempre aspettati che io facessi la cosa giusta, ma non hanno mai saputo cosa è giusto per me. Sono un'egoista del cazzo a pensare che la situazione in cui mi trovo sia il risultato di scelte impostemi dagli altri, della merda in cui sono stata spinta, della fiducia che nessuno mi ha dato, dell'affetto che per meritarmi ogni volta chissà che devo fare perchè nessuno me lo ha mai dato gratuitamente, non quello vero e sincero almeno, un affetto che fosse solo mio, dedicato a me, suscitato da me, e non da qualcuno che è figlia o nipote, che sia dedicato a me e non a chi è buona ora perchè vi intrattiene e non è più buona quando non sta abbastanza bene per essere allegra e frizzante. Egoistico o meno, questo penso e non posso, non voglio più, fare finta di non pensarlo.

Non ho voglia di parlare neanche dei parenti paterni. Pensano che tutti devono essere come loro, pensare come loro, agire come loro... insomma il peggiore degli atteggiamenti mentali, il più infino e triviale dei modi di essere. E io, che a proprio non sono così, sono stata passata sotto il loro giudizio...ma non è solo il giudizio, dannazione.... non riesco a spiegarmi oggi. L'unico è fare un esempio.


In quella fatidica giornata che ho trascorso, qualche settimana fa con quella mia zia che incarna il capostipite matriarcale dei parenti paterni (e di cui non ho ancora scritto perchè mi viene la nausea al solo ricordo), dopo una mattinata di noiose commissioni e discorsi con vecchie di turno sul punto a croce e punto mattino e punto giorno o come cavolo si chiamano i ricami che fanno (credo di aver desiderato una pistola per la prima volta in vita mia, il che la dice lunga su quanto incidano le persone che ci circondano nelle scelte estreme...), questa ha passato tre ore a sentenziare sulla vita degli altri. Le seguenti due ore sono trascorse nel paragonare le loro famiglie-scelte-vita alla sua di vita-scelte-famiglie, e ne è uscito che la sua è retta e giusta e amorevole e calda al confronto dell'ambiguo materialismo altrui. Mezz'ora è stata dedicata agli ex fidanzati di mia cugina e all'attuale ragazza di mio cugino, a quanto loro siano imperfetti per i suoi figli, in quanto non agiscono come farebbe lei e quindi come lei si aspetta.

Infine, finalmente, l'ora restante prima dell'arrivo dei figlio, è stata dedicata a me, come temevo e mi aspettavo, al fatto che io sono così, che sto in casa, che non partecipo alla vita di paese come loro fanno, che "non sono mai stata propositiva", che devo lasciare l'università visto che non riesco a finire e andare via, che mi la vita è breve e devo trovare qualcuno, tipo un uomo ("e tu ancora niente?"). Ovviamente evito di commentare perchè si commenta da solo. Mi sembra di sprecare parole inutilmente. 
Il tutto nel tono propositivo e dolcificato, quasi affettuoso della zia preoccupata. Il brutto con lei è che - sia effettivamente così o pervenga così a me perchè sono oramai prevenuta e mi aspetto questi atteggiamenti da lei, non lo so giudicare - non manca mai di aggiungere seppur in tono dolcigno, seppur fingendo premura, un'accusa nei tuoi riguardi inappellabile. 
"E' così con lei, è trattata male dal marito ma lei se l'è voluta"
"Sei bloccata in questa situazione all'università, ma sei statica non reagisci" 
"Tua madre e tuo padre? Storia sfortunata, bella stodia d'amore? Sì, ma tuo padre aveva lasciato tua madre, poi ha fatto la cosa giusta"
Roba del genere e tralasciamo l'ultima frase... l'ha detta per qualche ragione lei non dice mai nulla a caso. O forse era solo un altro modo per glorificare la sua di storia perchè prima mi aveva fatto due palle così su lei e zio. 


Questo post è confuso e inutile e senza senso e mal scritto. Tanto quanto la mia famiglia. Non ho intenzione di rigovernarlo.

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