sabato 19 marzo 2011

E la settimana prossima la laurea del cugino! Evviva evviva!

Giusto giusto per restare in tema parenti serpenti. 
Sta per laurearsi il figlio della matriarca e come per la sorella maggiore grandi festeggiamenti sono previsti:
  • Seduta di laurea con tanto di parenti e mazzi di fiori;
  • A seguire banchetto di augurio;
  • Festicciola a casa;
  • Sabato sera tutti al ristorante!;
  • Consegna e spacco regali pubblico;
  • E chissà quale altra celebrazione destinata ad amici a cui sono contenta di non dover presenziare.
Quanto al resto, la mia presenza è data per scontata. Di certo mi tocca la seduta di laura, perché mia madre e mio fratello non possono andarci. Volevo quantomeno risparmiarmi il ristorante questa volta. Ma se mio fratello e mia madre hanno ottime scuse per potersi defilare, queste a me non sono concesse. Tutti sanno che non ho orari, che non esco il sabato sera (per la cena al ristorante) e che quindi sono disponibilissima per unirmi ai festeggiamenti. E, si presuppone, ben lieta di farlo. O forse si presuppone che mi umili, ma che devo farlo. Un po' e un po' mi sa. Una mia mancata presenza, verrebbe comunque vissuta (o solo così recitata io temo) come egoistica e ingiustificata.

Chissene sbatte della tal cosa? Nessuno, of course. E non sono infatti sicura che andrò al ristorante. Trovo quasi stuzzicante l’idea di generare un’impasse nel loro giusto percorso di festeggiamento: “Oh non è venuta…mamma lei che doveva fare di tanto importante, poteva passare una serata con noi!” Poi sarei giustamente dimenticata.
Però penso anche (che incredibile lavorio si svolge nella mia mente! Al confronto quella di Einstein sembra una tangenziale domenica mattina!): sarebbe un ennesimo sabato passato in casa a non fare assolutamente niente. Almeno lì ho qualcosa da guardare e commentare e sminuzzare e immagazzinare e passare al microscopio e deridere e sorprendermi di quanto possa la gente essere conformista stupida e banale. 
Niente giudizi, please. Mi annoio ok? Devo pur fare qualcosa e in mancanza di valide alternative una si aggrappa a tutto. Devio la monotonia del percorso delle mie giornate. Chi può permettersi di castigarmi per questo?

Le domande sulla mia laurea e le occhiate di sottecchi per gustare le mie reazioni me le aspetto già alla seduta, non possono essere peggiori al ristorante. Anche se in effetti non ci saranno proprio tutti i parenti alla seduta…. Oh chi cavolo se ne sbatte di loro?! Vorrà dire che nei prossimi giorni, oltre a scegliere la mise meno banale da indossare, inventerò delle risposte adeguate a domande scontate. Taglienti devono essere. O criptiche. Meglio criptiche. Così, potranno soffermarsi a parlarne nei giorni successivi, e l'evento riecheggerà negli annali più a lungo. Inoltre in questo modo, non solo colorerò le loro esistenze che paragonate ai miei fallimenti sembreranno brillare di luce propria e sfolgorante alimentando quindi una fiducia in se stessi che non si aspettavano di trovare in una fonte così inattesa come me, ma darò adito a focolai di conversazione che altrimenti non nascerebbero. Ecco finalmente che il mio corso di laurea trova la sua utilità e la sua ragione d’essere!

Che poi per me sarà anche e soprattutto una vera noia e una santa tortura, è indubbio. Me la merito. Immagino. E’ qualcosa come il giudizio divino che si attua o che so io. Non se la meriterebbe mia madre, ma d’altronde ella non merita neanche una figlia come me, quindi…

Inoltre mi trovo a dover sfasare anche proponimenti che avevo tenacemente messo in atto. Prima su tutti la decisione di non leggere se non dopo la laurea, ma come posso stare ore ad ascoltare di tesi in economia di cui mene frega quanto della vita delle coccinelle? Oddio magari la vita delle coccinelle  è avvincente a confronto che ne so io… 
Devo portarmi un libro. Magari non lo aprirò, ma devo avere qualcosa con cui estraniarmi, con cui evadere, scappare se le cose dovessero mettersi troppo male per me... Mi serve il portale delle parole, che non uso da un po' a dire il vero. Funzionerà ancora? Sennò picche.

Sarà una lunga e tediante giornata. In più il viaggio di ritorno sarà con qualcuno di loro, e sarà anch'esso lungo lungo e tediante tediante, contribuendo così a rendere sempre più lungo e sempre più tediante la giornata già di per sè lunga e tediante. Vorrei avere qualcuno da poter chiamare alla fine del tutto, o durante o prima o perennemente. Che mi aiuti. Che mi guidi. Che mi salvi. Che mi protegga. Ma non ce l'ho.
Che siano gli dei allora, a proteggermi.

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