sabato 19 marzo 2011

Festività marzoline al macello

Poche righe per dire che odio questo giorno (San Giuseppe o Festa del Papà che dir si voglia) per poche e indiscutibili ragioni:

  1. perché be…avercelo un papà da festeggiare;
  2. perché anche quando lo avevo, ero piccola e ricordo solo di una sporadica festa in cui stavo male, avevo la febbre alta e gli detti per regalo un pacchetto di pocket coffee con una cravatta, insomma un’edizione speciale per la festa del papà, e la cosa mi mise così in imbarazzo che finsi di stare malissimo per rifugiarmi a letto. Non so perché reagivo così certe volte. Ero così timida e chiusa già allora…che scema. A sapere che non lo avrei ancora avuto per molto, probabilmente mi sarei avvinghiata a una sua gamba senza mollarlo;
  3. perché tutti si abboffano! Sono passata dalla pasticceria che spandeva lumi e fumi prelibati come solo nelle giornate festive accade, e coloro che ne uscivano erano carichi di stuzzicanti vassoi infiocchettati e zeppole di San Giuseppe grondanti crema e amerene nelle mani. Non esco matta per le zeppole di San Giuseppe ma per la crema e le amerene sì!
  4. perché queste celebrazioni forzate di marzo mi hanno messo di pessimo umore più di quanto già non fossi. Passi la festa del papà (anche perché dolciumi di passaggio e ceci a pranzo a parte, l’ho ignorata alla bene e meglio), ma quella cazzata della festa dei 150 anni dell’Unità d’Italia proprio non la reggo. Primo perché non c’è una mazza da festeggiare. Secondo perché tutte quelle bandiere italiane in resta ai balconi e le sfilate militari a Roma, mi hanno dato lo spiacevole sentore di un nazionalismo forzato, malato, più simile a quello fascista che a quello fiero dei partigiani.  
  5. perché sono di cattivo umore e odio tutti soprattutto chi ha motivo di festeggiare perché io non ne ho manco mezzo. Ingiusto e vittimistico? Forse. Ma anche tragicamente vero.

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