venerdì 25 febbraio 2011

Batuffoli di speranza e infausti presaghi di cicogne

Non ho mai visto niente di più bello. Un batuffolo di tenerezza, nata da una settimana la mia cuginetta e stranamente le hanno dato un nome molto bello e originale. Uno che ho sempre messo in lista tra i miei possibili papabili se avessi mai avuto una bimba. Ma non succederà. E' troppo bello perchè succeda a me. E' troppo speciale. Magico. E' troppo tutto. Ma sono felice per le persone che l'hanno avuta: non sono i peggiori del parendado del paesucolo.

Era tanto tempo che non mi succedeva di sentirmi così, commossa col cuore il subbuglio piena di speranza e convinta che il mondo fosse bello se si può dare alla luce un cucciolo tanto dolce. Lo so che questi moti di spirito sono generati da strataggemmi atavici, scritti nel mio apparato genetico, che l'evoluzione ha imposto per garantire la sopravvivenza della specie. Ma non importa: lei è bella e ora che respira e vive così piccola, che sunge famelica il latte, che sorride senza che nessuno mai saprà il perchè, il mondo sembra un luogo meno brutto dove vivere...

Succede, però, troppo spesso a chi meno se lo merita. Ho sentito urlare i miei vicini fascisti l'altra mattina: un coro di gallineschi striduli eccitati, uno strillio da manuale, già proposto. La prima cosa che ho pensato è che una delle figlie-sceme-tutte-sposate-nel-giro-di-due-anni, sia in dolce attesa. E non credo di sbagliarmi. Quel verso l'ho già sentito: fu presago di cicogna. Sono persone-robot, programmi che non hanno una libera e indipendente indole. Conoscono solo il linguaggio che è stato loro insegnato e questo solo usano. Non c'è margine di errore così. Non c'è possibilità di contraddittorio. Negare il libero pensiero facendo capire loro che è una loro scelta non usarlo. Questa è la tattica vincente. Tutto è lindo e ordinato come qualcuno ha deciso.
Ho immaginato che "l'incinta" fosse quella con già un figlio a carico, la più stronza, perchè sarebbe in linea con la mia idea del mondo: persone cattive=cose belle più facilmente e di più di più di più. Passeranno i prossimi anni e dovrò nuovamente subire le litanie spacca neuroni che ci hanno propinato, in questi ultimi tre anni, sguaiati da finestre, rimbombanti attraverso innocenti mura, recitati dai balconi: " Picci, bello di nonno, cucu, pipi tete yaya, che bello che seeeeei, le manine laboriose quante cose sanno fare" e altri guaiti affini.
Che palle.
Scappare. Scappare da qui al più presto. Se non avessi già altre mille buone ragioni per desiderare di fuggire, questa sola basterebbe.

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