giovedì 30 giugno 2011

I'm a bad girl - parte seconda

... Eppppppppoi il giorno dopo la festa patronale, ecco il sabato dei clichè ritrovati/scoperti/masaichepizza. Ma l'alternativa era stare in casa e quantomeno, ho voluto provarci.  Non è che sia andata malissimo, ma non sono io. Non ero io. Forse che l'unico modo per essere sia non essere me? Forse. Comunque procediamo per gradi...

Prima ero tutta bella felicietta perchè le mie pseudo-ex-amiche-che-ora-sono-venute-a-chiedermi-scusa-e-a-voler-riessere-mie-amiche-e-quindi-sono-diciamo-amiche-in-prova mi chiamano per dirmi che sanno dov'è quella bella libreria che nella loro città ha appena aperto e che io sbavavo dalla voglia di visitare e che quindi sarebbe stato carino approfittare del sabato per farci una capatina eppppppoi andare a mangiare in quella nuova piadineria epppppoi andare a S. per la seconda parte della serata. Il tutto con parte della loro cicalante compagnia, s'intende.

Ora, una persona normale che "...con la scusa può andare in libreria e poi piadineria e poi S.", intenderebbe la qual cosa come l'andare INSIEME in libreria e poi in piadineria e poi S. Pare invece che non sia così che la cosa è stata formulata. La parte "INSIEME" riguarda solo la piadineria ed S., in libreria ci sarei dovuta andare da sola e mi sarei vista con loro alle 21.00 ovvero l'orario in cui sono solite uscire. Come interpretare un'architettura mentale del genere? Ho formulato tre ipotesi a sostegno:
  1. La prospettiva della libreria era così tediante per loro che hanno alla fine hanno deciso di non venire e quindi il piano non era stato concepito fin dal principio in maniera tanto incoerente;
  2. Non hanno mai considerato neanche lontanamente l'idea di venire in libreria con me, il che sarebbe anche in linea coi loro personaggi da sempre sdegnosi nei confronti dei libri e di una passione tanto anomala, al punto che sarebbero capacissime di considerare umiliante, strano, scabroso ai limiti della sopportazione, l'essere viste in libreria di sabato sera;
  3. Sono sceme. Sceme e prive di qualsivoglia accortezza. Punto che è un po' il compendio delle prime due ipotesi mi sa.
Be' questo mi passa il convento. O accetto o soccombo. Per la cronaca, la libreria è stata una delusione, stupida io a pensare che una grande e fornitissima libreria potesse nascere in una città dove la mentalità generale è simile - quando non identica- a quella delle pseudo amiche (M&M, d'ora innanzi, come le caramelle), e dove legge più un cane mentre piscia sugli annunci abusivi, che l'adulto medio.

Quindi arriva il momento della grande serata-clichè.
Gli amici di turno sono un prototipo, neanche ben riuscito, di studentessa universitaria, M&M e due ragazzi che insieme hanno la capacità cranica di un criceto. Anche se la cosa stranamente non ha creato empasse e si sono difesi bene, quantomeno sono alla mano e simpatici, ci si può parlare, via. Un po' più difficile è intavolare discorsi con l'universitaria, anche se dio solo sa quanto ci abbia provato. Poi, siccome continuava a dire che conosceva qualsiasi cosa le citassi di proposito, ho voluto divertirmi un po' anche io a modo mio e l'ho testata: ho fatto finta di scordare il nome della voce di uno dei miei gruppi preferiti e lei a ripetere che neanche a lei  veniva in mente. 'naggia! Poi me lo sono ricordato: "Ah ecco, Keith Moon!" e lei mi ha detto che "ma si ecco lui lui, non mi veniva proprio!". Salvo che non era lui, nè tantomeno Keith Moon era la voce del suo gruppo... Lo so sono cattiva, ma a mia difesa c'è da dire che me le tirano eh!

La piadina non mi è piaciuta e l'ho lasciata, le patatine sapevano di polisterolo e le ho lasciate, il locale era molto contemporaneo, abbiamo mangiato intorno a un tavolo centrale comune che gira intorno a una colanna di luce azzurra-muffa. Ma piantare una colonna luminosta nelle retine degli astanti affamati non si è rivelata un'idea saggia: a un certo punto anche anche la piadina e tutti il suo interno sembrava azzurro-muffa.
Hanno cominciato a scattare stupide foto in posa alle quali non ho potuto sottrarmi; epppppoi hanno cominciato a cianciare di sciocchezze e io a sorridere per calarmi nella parte (anche se non sono sicura di essere riuscita a malcelare qualche disappunto di troppo9. Epppppppoi siamo andati in un pub dal nome di scrittore che però non aveva niente che rimandava alle opere di tale scrittore, dove ho cercato di dare il via a una conversazione degna di nota. Non ha attecchito.

Epppppoi siamo finalmente arrivati a S. dove abbiamo fatto il solito su e giù sul lungomare, e dove ho scoperto va a finire tutta la popolazione del mio paese e dintorni. Sarebbe affascinante analizzarne i risvolti, capire cosa spinge ogni singola, individuale testolina, a percorrere la stessa strada su e giù per anni, senza mai fare o dire niente di diverso, entrare nella testa del gregge insomma, ma andrei fuori tema, lo farò in un'altra circostanza. Considerato che uscirò spesso di sabato e che andremo lì, non mancheranno le occasioni.
Da qui in poi non ho molto da dire. Ho cercato di comunicare, ho lanciato lì qualche battuta che è stata quasi sempre colta, devo dire, a loro merito. Abbiamo incontrato certi loro amici in un locale sulla spiaggia di balli latiniamericani e quando dopo due ore siamo passati da lì nuovamente, i suddetti amici erano sempre nello stesso punto, a guardare ballare gli altri.
Mah.
Siamo stati in un altro pub dal nome di un succo di frutta in cui pare si riversi mezzo mondo d'estate al punto che si crea una specie di lentissima processione per entrare e uscire. E' identico agli altri, si fanno-mangiano-bevono le stesse cose degli altri, ma qualcuno ha deciso che questo è più in, quindi vanno tutti là.
Mah.
Ho incontrato praticamente tre quarti dei miei coetanei conoscenti - ed ecco dove stanno e cosa fanno le sere d'estate gli originaloni - a fare esattamente il niente che tutti facevano. E' una cosa alla quale non riesco a capacitarmi. Insomma speravo di vedere qualcosa. Qualcosa che spiegasse la ragione di tanto divertimento a S. d'estate. Invece nada, nessuno sembrava divertirsi particolarmente, tutti facevano le stesse cose, e non c'erano scintille.... Non è stato un bello spettacolo, ma ho finalmente provato uno Shirley Temple e mi è piaciuto molto. Avrei gradito un cocktail alcolico ma nessuno lo prendeva e non mi andava di fare l'alternativa...considerato che non sono ben visti gli alternativi da loro. E soprattutto, non reggo molto l'alcol, non sono abituata.

Se ne è valsa la pena è perchè comincio a capire la dinamica da gregge anche se per me è comunque difficile adeguarmici: è così semplice farsi trasportare, deviare significa occhiate e kilometriche spiegazioni che nessuno capirebbe, meglio lasciar perdere e siccome ero un'ospite... ho lasciato perdere. Ho rinnegato me stessa tante di quelle volte che mi è venuta l'orticaria. Ma devo farlo se voglio imparare a vivere. Tanto nessuno vuole stare con me, nessuno ha mai dimostrato di tenere a me per quello che sono, quindi non vedo davvero ragione per non cambiare.

Miei ex compagni delle medie erano là, a non fare niente e sentirsi fighi e fieri di essere qualsiasi cosa siano. Ex vicini di casa, ex compagni di liceo, i soliti vicini attuali con partner che tutte le poche volte che sono stata a S. non sono mancati mai, sempre tra loro a fare lo stesso persorso su e giù, giù e su, su quel dannato lungomare.
Mah.

In realtà non ho molto da segnalare tranne le solite chiacchiere, le solite foto e il momento in cui si è parlato di droghe: ho detto che mi farei un tiro di canna ed M&M dai cervellini limitati si sono scomposte dicendomi che sono matta. Eppure mi hanno costretto a prendere una birra a cena nonostante io volessi una cocoa cola perchè tutti prendevano la birra e loro prendevano una birra, quindi anche io dovevo avere una birra. Non so perchè, forse perchè si sarebbero sentite ubriacone se non l'avessi bevuta anche io. Ma io volevo una coca, perchè cazzo dovevo prendere una birra solo perchè la prendevano tutti!??
Mah*.


Quindi un tiro a una canna no ma la birra sì. Da perfette conformiste che non usano la testa. Perciò uscirò con loro solo un sabato sì e uno no... posso accettare solo a dosi questo vivere senza senso, seguendo la corrente. Forse un giorno, sorbendolo a piccole dosi, riuscirò a farlo mio, conquisterò la giustezza che occorre per vivere. Da lobotonizzati certo, ma che altro modo c'è?


Note:
*: prego notare che ho ripetuto tante di quelle volte "Mah" quella notte, che non credo abbia per me più senso alcuno. Mah.

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