domenica 5 giugno 2011

Come una strega

Con un bicchiere di tè alla pesca, nella penombra noce della mia camera, dove il tempo e la vita e le stagioni sono ferme da un anno. La stessa luce grigia entra dalle persiane serrate, un grigiore che cambia solo tonalità seguendo i mendaci colpi di testa del sole di calabria. Lo stesso del sole d'Africa.

Dal bicchiere emana un alito fresco che mi solletica il braccio, ma io resisto e tengo le mani incollate alla tastiera a dettare il temo alla musica dei tasti, alle dita ballerine, alle parole che si imprimono, è magia e non tecnologia, sullo schermo. Le scheggie sottili di tè ghacciato hanno formato un piccolo iceberg di filamenti trasparenti, ha la forma di un fiore.

Sto leggendo storie. Storie non mie. Storie "sue, solo sue", di chi le ha scritte. Le centellino, assaporo ogni parola, lascio che il suono morbido di ogni lettera, srotoli dalla lingua al palato. Allaccio ogni immagine che queste generano ai miei ricordi, alle mie fantasie, ai miei pensieri. Gli cerco un cantuccio in quell'angolo sempre vuoto del mio cuore, come piccolo germe di arcobaleno, talmente pulsante di vita che a malapena riesco a trattenerlo. Scalcia. Produce moti troppo incredibili, troppo veloci, troppo vitali, per accordarsi all'intermittente pulasare del mio battito. Lo sovrastano come un ritmo ancestrale di tamburi suonati all'unisono da mani grandi e antiche comeil mondo. Cosa può un misero tamburello stonato e rachitico al confronto.

Ma il loro sapore...dio come lo sento. Il loro potere, la magia del mondo in un misero racconto di vita vissuta. Pezzi di libertà mangiati in un sol boccone. Come divoro anche io quelle sue emozioni ancora pulsanti, quel suo vivere ed essere, mentre lo leggo e rileggio e declamo e ripeto fino a integrarlo, completamente. Vivere  attraverso lei, divorando le sue parole. Essere parte del mondo per indiretta persona. Vedere quello che lei vede, sentire la musica del mondo, ballare attraverso le sue gambe, baciare attraverso le sue labbra.

Interiorizzare frammenti di essere così, storie di vita il più possibile a tutto tondo, anche generati da una frase avulsa dal contesto, sa di quelle antiche credenze in cui possedere un oggetto di qualcuno portava a possedere egli stesso, avere il controllo delle loro scelte come nei riti vudoo o addirittura nutrirsi della loro forza in qualche modo. Ecco a me basta leggere un racconto, un pensiero, ascoltare una canzone, leggere una poesia, per condividere un'emozione che non posso generare altrimenti e farla mia.

Nessun commento:

Posta un commento