venerdì 8 luglio 2011

Il male? No, solo parentame

Oh bene.
A sostegno di quanto fin qui ripetuto fin alla più bieca noia, riporto una conversazione avvenuta in questa appiccicosa e mortalmente luminosa mattinata di 7 luglio.

Me ne stavo beatamente sgambettando verso casa, dopo aver pagato le bollette alla posta, orgogliosa del mio calcolato tempismo che mi aveva consentito di sbrigare la tediosa faccenda in non meno di 120 secondi. Un record nella posta del mio paese in estate.
Il sole picchiava come il fottuto inferno. Anche se erano appena le 9.00, non pareva esistere una pozza d'ombra neanche a pagarla oro. Tranne che nella mia casetta dove stava ad attendermi come un amante voglioso e sudato, una bottiglia ghiacciata di tè alla pesca.
Avevo calcolato tutto: arrivo a casa, mi svesto e sorbisco il tè con languido compiacimento, continuando a leggere quel racconto divertente, e poi mi fiondo a studiare. Ora che riesco a fare qualcosa senza sentire troppo spesso ansia e affanno, studiare non è poi così male.

Ma....
Ma.
Ma programmare fa male, soprattutto quando si vive a casa con famiglia, circondati da paesini che pullulano di parenti rompi. Soprattutto quando fa caldo, troppo caldo anche per le lucertole. Soprattutto quando si è me.
Infatti davanti casa chi ti vedo in sbirciante attesa?
Cugina! :-s.
Anzi di più: cugina con zia! 0_o

Ora che cerco di rivisualizzare la scena, mi vedo in mezzo alla strada, con un sottofondo di grilli in amore, il volto congelato in un sorriso congestionato, a metà tra smorfia e "cos'è questo odore? sento odore come di letame".
Buon viso a cattivo gioco. Vedo buste e ciotole, forse hanno portato qualcosa, me la danno e se ne vanno subito.
Mi avvicino. Il passo è pesante, come in un film epic western. Ogni zoccolata a terra è un tonfo.  

Nella testa di Dafne:
"Ti prego Dio, so che sono stata una blasfena miscredente, ma se esisti fammi la grazia. E comunque sono sempre meglio di quelli che ti invocano solo in punto di morte, no?! Io ti invoco solo in punto di incipiente schizofrenia acuta! Non è codardia repentina. E' seria e indiscussa fifa!".

Davanti a Dafne:
Tappe e Tappè attendono grassocce e sudatice, col cipiglio che riluce nell'aura solare. Serie. 'Mmazza se so' serie! Sempre serie ste qua.

Dafne: "Ciao! E voi come siete giunte fin qui?"
Tappe: "Ciao. Meno male sei tornata."
Tappè: "Dove sei andata?"
Dafne.:"Alla posta, c'erano bollette da pagare"
Tappè: "Ah allora qualcosa la fai ogni tanto"
Dafne: "Mmmm come?"
Tappè: "Ti disbrighi le cose al posto di tua madre"
Dafne: "....Sono appena tornata dalla posta"

[E seguono la povera Dafne nel portone fresco ("Grazie tante Dio eh....ci risentiamo in punto di morte")....chiacchiere di circostanza mentre svuoto le pentole con le verdure e la frutta che ci hanno portato dall'orto....]

Dafne: "...Ah a te le rape? A me i broccoli proprio non piacciono" [Tenta drammaticamente di evitare che la conversazione imbocchi strade a bordo di burroni roccosi. (Eh sìììì parlo dell'università! Cacchiolo se neanhce questo avete capito che mi leggete a fare?)]
Tappe :" Dovresti andare a mare"*
Dafne: "Per quale ragione "dovrei?"
Tappe: "Ma perchè non vai al mare hai tutto questo tempo libero!"
Dafne: "Veramente ho un sacco di cose da fare e non ci vado perchè mi annoio. Semplicemente"

Piccola illustrativa parentesi per l'eventuale lettore ignaro.
I parenti di Dafne la considerano una stolta nullafacente, stupida, asociale, che non studia, che non si laurea, che non è in grado di fare niente, che dovrebbe lasciare l'università e cercarsi un lavoro, malvagia, strana, inutile, che (prerogativa di una parente in particolare, almeno che lei sappia, ovvero: La Matriarca) non scriverà mai niente anche se è il suo sogno. Come Dafne sa questo? Quando le disse che le sarebbe piaciuto scrivere per lavoro, ma che visto che non si era ancora laureata (voluta discrepanza di causa-effetto) non era probabilmente in grado di laurearsi, la Matriarca fece il suo cenno affermativo del capo, un tocchetto di "Sì sì" quasi impercettibile che fa ogni volta che acconsente con l'interlocutore e poi sorrise soddisfatta. Che sia stata soddisfatta perchè temeva che veramente Dafne potesse decidere un giorno di riuscire a scrivere qualcosa?
Ma concludiamo.

Dopo un altro intermezzo di noiose ciance...

Dafne: "Sì grazie zia, poi ti faccio chiamare da mamma"
Tappè: "E tu fai le cose a casa. Pulisci e metti in ordine"
Dafne: "Lo faccio già zia"
Tappè: "Disbrigati tu le altre faccende e fai questo e fai quello, ma perchè non fai anche quell'altro?"
Dafne: "Perchè lo faccio già, zia"
[Ma anche dopo averglielo ripetuto, stranamente....]
Tappè: "Devi farle queste cose. DEVI. Ma perchè non le fai?"
Dafne, con le braccia in terra e il sopracciclio tremulo: "PERCHè - LO - FACCIO - GIà"

E' inutile. A tutti loro è talmente comodo che io sia questo che non accetteranno mai che non è vero. Anche se ce l'hanno davant agli occhi. E poi di che parlano quando si riuniscono a malignare tutti quanti? Chi utilizzerebbero come capro espiatorio? Chi sacrificherebbero sull'altare del loro compiacimento? Come potrebbero guardarsi allo specchio e sentirsi fieri se non si confrontassero con la nullafacente che loro credono che io sia?
Credono.
Ma non sanno...
...che un giorno li tramuterò tutti in pietra.

NOTE:
* Tappe mi ha posto questa domanda sul mare circa 5-6 volte all'anno, da 13 anni. Fate un po' il conto. Non so se è stupidità di quella grave, o un tentativo di capire cosa c'è nella testa dell'alieno-che-non-va-a-mare-d'estate.

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