domenica 5 agosto 2012

La pelle che sa di mare.

E' che tutto sa di mare.
Io sto qui a casa a buttar giù per iscritto le cazzate che ho in testa perchè da qualche parte le devo mettere altrimenti mi spappolano le cervella, il fegato e la milza, e sorseggio succo di mela ghiacciato, e anche il succo di mela ghiacciato sa di mare.
Posso capire l'odore del mare nell'aria, posso anche accettare che ne siano impregnati vestiti e alberi, e che sia nei miei capelli il mare, e nelle orecchie e anche quando è nelle orecchiè profuma di mare.
Ma perchè l'odore del mare è anche nel succo di mela? Il succo di mela dovrebbe sapere di mela. Se non per altro quantomeno per devozione semantica. E invece no, il mio succo di mela nel bicchiere dal design chiccoso e il profilo quasi voyeur, di vetro soffiato azzurro, ricamato e appannato dal ghiaccio, con le gocce che ne seguono le curve come perle sensuali mentre il succo ambrato riluce invitante tra i cubetti tinnanti, come nel più cazzuto spot sulle bevande estive mai ideato...
Eppure no. La perfezione stilistica non garantisce perfezioni gustative e io bevo mare e non mela.

La mia stanza sa di mare, il frozen yogurt è al gusto di mare, trottano due cavalli nel prato difronte casa, ma la terra secca che alzano è solo mare.
Annuso la mia spalla e anche la mia pelle sa di mare. Se tu ora fossi qui e mi mordessi, morderesti mare.  Sono fatta di mare, come la Sirenetta, scioltasi in spuma sulla battigia, per aver osato amare il suo riccio.
Di mare, eh.



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