martedì 16 agosto 2011

Un dio nell'autobus

Oggi in pulman mi sono seduta, volutamente, accanto a un dio africano dalla pelle lucente come l'alabastro, il sorriso d'avorio, che incorniciava labbra di rosa e naso a cuore. Aveva riflessi di tenebre lucustri negli occhi e il colore del cioccolato al caramello sulla pelle. La voce sembrava tuono che prorompeva da intimità irraggiungibili, i capelli riccioli di liquerizia, le mani da stringere, i muscoli guizzavano su gambe e spalle come quelli di un cervo in corsa. Era disegnato dal più perfetto dei pennelli e non si poteva evitare di guardare, odorare, ascoltare.

Mi ha parlato per 10 minuti e io ero felice. Perchè era un dio della savana e mi ha incantata.
Poi quel cazzo di pulman è arrivato troppo presto e io sono dovuta scendere...
E vaffanculo.

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