Oggi in pulman mi sono seduta, volutamente, accanto a un dio africano dalla pelle lucente come l'alabastro, il sorriso d'avorio, che incorniciava labbra di rosa e naso a cuore. Aveva riflessi di tenebre lucustri negli occhi e il colore del cioccolato al caramello sulla pelle. La voce sembrava tuono che prorompeva da intimità irraggiungibili, i capelli riccioli di liquerizia, le mani da stringere, i muscoli guizzavano su gambe e spalle come quelli di un cervo in corsa. Era disegnato dal più perfetto dei pennelli e non si poteva evitare di guardare, odorare, ascoltare.
Mi ha parlato per 10 minuti e io ero felice. Perchè era un dio della savana e mi ha incantata.
Poi quel cazzo di pulman è arrivato troppo presto e io sono dovuta scendere...
E vaffanculo.
Blog senza censure. Metto a nudo me stessa come se un Grande fratello tenesse puntate le sue telecamere nella mia anima ribelle, punk e borderline. Scriverò ogni dettaglio, più o meno sordido che sia, della mia vita che odora di libri, salsedine, peonie e torta al cioccolato, dove caos e autodistruzione lottano contro la morale dei benpensanti e dove fioriscono universi alternativi sotto un cielo di lamponi. Mi svendo raccontandolo, che interessi a qualcuno o no. And fuck everything else.
Nessun commento:
Posta un commento