...più punk. Non mi calerò nella parte di un patetico Bin Laden del Natale augurando angoscia e sfortuna alle persone, parte per giunta brillantemente interpretata da qualche stizzito sfigato senza palle del web. Non ho alcun desiderio del genere, e me ne rallegro, invero. Ma troppe zuccherosità mi circondano e mi pare giusto controbilanciare.
Così, dopo giorni in cui qualche mio vicino (non sono ben riuscita a individuare la fonte precisa) fa risuonare per la sfera-quartiere canzoncine di natale ancora ancora e ancora senza dar tregua ai mieie vibranti timpani, e ancora e ancora e ancora oggi, oramai il 28 dicembre, ho deciso di frantumarglieli io i timpani con musica, diciamo, più altolocata. Non per elevazione sociale di riferimento, bensì per audiometria in grado di raggiungere.
Ecco dunque gli urlanti sproloqui punk-rock di Never mind the bollocks, rintinnare per vetri e mura del palazzo, ballerino improvvisato dalle frementi membra ubriache.
Le sfiziose canzoncine natalizie non si sentono più da quando ho offerto loro, ripetutamente e a volume elevatino elevatuccio, la versione rivista, corretta e punketizzata alla Sex Pistols, di Jingle Bells. Che il messaggio sia stato colto? Che l'hi-fi promulgaore di tanta tradizionale natalità si sia arreso vergognoso all'evidente superiorità rockeggiatrice?
Mai lo sapremo.
Blog senza censure. Metto a nudo me stessa come se un Grande fratello tenesse puntate le sue telecamere nella mia anima ribelle, punk e borderline. Scriverò ogni dettaglio, più o meno sordido che sia, della mia vita che odora di libri, salsedine, peonie e torta al cioccolato, dove caos e autodistruzione lottano contro la morale dei benpensanti e dove fioriscono universi alternativi sotto un cielo di lamponi. Mi svendo raccontandolo, che interessi a qualcuno o no. And fuck everything else.
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